Roma - Dopo la paura, all'indomani della forte scossa che ha colpito di nuovo le Marche e l'Umbria, i cittadini di Norcia si trovano ad affrontare le difficoltà di chi non ha più niente, nè casa, né lavoro. Ma nonostante tutto non mollano, non vogliono lasciare il loro territorio. Chiedono tende per rimanere lì, "noi vogliamo rimanere qua, non vogliamo essere deportati, rimarremo a dormire nelle macchine e nelle roulotte sperando di poter andare a riprenderci un po' di vestiti e generi di prima necessità quando riaprirà la zona rossa. Ma da qui non ci muoviamo".
Le immagini dei Vigili del Fuoco in volo sulle zone terremotate: Norcia, Monte Redentore e Casteluccio
Intanto per fare fronte alle emergenze dei circa duemila abitanti rimasti, vengono organizzate delle rapide visite di piccoli gruppi di persone che, accompagnate dai vigili del fuoco, possono entrare per qualche momento nelle proprie abitazioni e recuperare farmaci e beni di prima necessità come qualche indumento o magari dei preziosi. Non possono invece portare fuori generi alimentari o altri oggetti voluminosi.
IL TERREMOTO IN BREVE - La scossa di magnitudo 6,5 delle 7,41 del 30 ottobre ha causando numerosi crolli e decine di ferite tra le Marche e L'Umbria. L'istituto nazionale di geofisica (Ingv) ha individuato l'epicentro tra Norcia e Preci, al confine tra le due regioni, a una profondità di 10 chilometri. Non si registrava un sisma così forte in Italia da quello in Irpinia del 23 novembre 1980 che fu anch'esso di magnitudo 6,5 sulla scala Richter.
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LA PRIMA NOTTE - Lo sciame sismico non si ferma. Secondo l'Istituto di Vulcanologia e Geofisica sono state 560 le scosse di terremoto nelle ultime 30 ore, partendo da quella più forte delle 7,40 del 30 ottobre. Di cui 207 di una magnitudo compresa tra 3 e 4 e ben 18 più forti, di magnitudo tra 4 e 5. Dopo la prima, le scosse più forti sono state di magnitudo 4.6 e sono state registrate alle 7.44 e alle 12.07 di ieri. Tra stanotte e questa mattina altre due scosse importanti, di magnitudo 4.2, registrate alle 4.27 e alle 8.05.
Sequenza sismica in Italia centrale: aggiornamento, 31 ottobre ore 11.00 https://t.co/VxBwUW6Atd
— INGVterremoti (@INGVterremoti) 31 ottobre 2016
Visso, Ussita e Castelsantangelo - Sono scese in picchiata le temperature durante la prima notte dopo la forte scossa del 30 ottobre. Molte persone hanno dormito nelle tende allestite dalla protezione civile e dalla croce rossa nei campi base dei piccoli centri delle Marche.
A Rieti tantissime le automobili che hanno sostato nei 21 punti raccolta all'aperto individuati dal Comune, le 'aree sicure' destinate a chi non ha voluto passare la notte a casa. Stracolme, per tutta la notte, le zone nevralgiche della cittadina, a cominciare da quelle di fronte agli impianti sportivi, prese letteralmente d'assalto dagli abitanti di Rieti. Qualche migliaio, secondo una prima stima, ha deciso di non trascorrere la notte in casa e di dormire in macchina, a testimonianza di quanto forte sia ancora la paura in città dopo la violenta scossa di terremoto di ieri mattina.
VIABILITA' - Riaperta la via Salaria, la strada statale 4 verso Arquata del Tronto aveva subito una riduzione con senso unico alternato a causa di una frana. E' stata riaperta solo una parte della statale 685 'Tre valli', mentre rimane chiusa il tratto Ascoli -Norcia a causa di un viadotto pericolante.
I crolli che si sono verificati dopo la scossa del 30 ottobre hanno "seriamente compromesso la viabilità della zona" tra Umbria e Marche, ha riferito Curcio, che ha anche invitato la popolazione a spostarsi il meno possibile per lasciare libero il transito ai mezzi di soccorso. Il ponte sulla Salaria a Pescara del Tronto, detto "Tre occhi", già danneggiato dopo il sisma del 24 agosto, "è definitivamente venuto giù".
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Nubi di polvere e distruzione - VIDEO
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L'ACCOGLIENZA - Sono oltre 15.000 le persone assistite dal servizio nazionale della protezione civile. Oltre 500 sono state accolte in strutture alberghiere nell'area del Trasimeno e oltre 4.000 negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa 3.000 persone nella Regione Umbria e altre 7.000 nella regione Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. I dati sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento.
Rimangono tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive - prevalentemente a San Benedetto del Tronto -, presso le abitazioni del progetto Complessi antisismici sostenibili e ecocompatibili (C.a.s.e.) nel comune dell'Aquila o nei Moduli abitativi provvisori (Map) localizzati in altri comuni d'Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.
CHIUSO PONTE MAZZINI A ROMA - Il sisma è stato avvertito distintamente anche a Roma, dove ci sono stati attimi di panico. Stamattina per verifiche tecniche è stato chiuso per diverse ore ponte Mazzini. Sul ponte, all'altezza del carcere di Regina Coeli, sono state riscontrate delle crepe sui parapetti.
Ieri è rimasta chiusa per qualche ora anche la Basilica di San Paolo per le crepe e la caduta di alcuni cornicioni . Segnalato anche il distacco di uno dei supporti che reggeva un grosso candelabro. Chiusa la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza a causa di alcune lesioni sulla famossima cupola con la lanterna a spirale del Borromini.
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Nella zona di Viale Marconi un ascensore è uscito dai binari mentre non c'erano persone all'interno. Crepe su due palazzi alla circonvallazione Clodia. Verifiche sono state avviate anche sul Colosseo e sull'intera area archeologica di Roma, ma per ora non risultano danni.
#terremotocentroitalia: 2.453 interventi ieri, 43.705 dopo scossa, 1381 #vigilidelfuoco a lavoro oggi. Dati Centro operativo nazionale pic.twitter.com/UFzK98eCHV
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 31 ottobre 2016
I DANNI - A Norcia si registrano danni gravissimi e una situazione drammatica: è crollata la basilica di San Benedetto e la concattedrale di Santa Maria Argentea che sorgevano su quella che secondo la tradizione era la casa natale dei santi Benedetto e Scolastica. La chiesa era già stata danneggiata dal sisma del 24 agosto. Poche ore dopo ha ceduto anche la chiesa di Santa Rita, la cui facciata era stata costruita con pietre provenienti da edifici distrutti da antichi sismi e il santuario della Madonna addolorata. Il piccolo borgo della Valnerina è stato completamente isolato dai Vigili del Fuoco che non hanno permesso a nessuno di entrare se non scortato. Norcia si trova in una zona altamente sismica ma fortunatamente le abitazioni sono state ricostruite con criteri di grande sicurezza dopo il terremoto del 1997. La vicina Castelluccio, famosa per le lenticchie, è rimasta stata quasi rasa al suolo ed crollato del tutto anche il campanile danneggiato dagli ultimi terremoti.
Crolli anche a Preci, dove il sindaco Pietro Bellini sta verificando le condizioni della popolazione. Danneggiate diverse chiese e varie case nelle frazioni e nei centri minori di Preci. Nubi di polvere sono state viste levarsi anche a Cascia. A Ussita, cittadina delle Marche già devastata dal terremoto del 26 ottobre, il sindaco Marco Rinaldi ha riferito che "è crollato tutto". Nessun crollo ad Assisi.
Ad Amatrice sono crollate la Torre civica e una porzione della torre della chiesa di Sant'Agostino. Nuovi crolli degli ultimi edifici rimasti in piedi sono segnalati anche ad Accumoli, epicentro del sisma del 24 agosto, e ad Arquata del Tronto.
Nelle Marche i crolli hanno riguardato 40 Paesi e ci sono 25.000 sfollati: danneggiata la chiesa di san Giuseppe a Jesi, in provincia di Ancona, che ha riportato lesioni al tetto e crepe nella zona dell'altare; nella cittadina marchigiana sono state chiuse anche le chiese di Sant'Agostino e Santa Caterina.
Ad Ascoli è crollata una porzione del campanile della Chiesa di Porta Cartara, vicino al centro storico, dove una donna anziana è stata estratta dalle macerie. All'Aquila crolli nella chiesa San Marco, nel centro storico, ancora in attesa di restauro dal sisma del 2009.
Danni anche nella Tuscia con crepe e crolli anche in palazzi storici. A Civita di Bagnoregio danneggiato il campanile e a Nepi è caduta la palla medicea del palazzo comunale. Problemi anche per l'erogazione dell'acqua potabile e almeno 15 mila utenze nella zona del sisma sono rimaste senza energia elettrica.
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(AGI)