Roma - Gli esperti avevano avvertito sul rischio di nuovi forti scosse nelle zone del Centro Italia colpite da un'onda sismica a partire dal 24 agosto scorso. Proprio ieri la Commissione Grandi Rischi aveva identificato "tre aree contigue alla faglia responsabile della sismicità di agosto che non avevano registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e con il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo, compresa fra 6 e 7 punti".
Scossa 30 ottobre è la più forte dal 1980
Gli esperti avevano rivelato che "la sismicità del 26 ottobre ha attivato uno dei segmenti individuati dalla Commissione, a nord dell'evento di agosto, mentre gli altri due segmenti non si sono mossi. In considerazione della contiguità con la sismicità in corso, questi due segmenti rappresentano possibili sorgenti di futuri terremoti nella regione già colpita dagli eventi degli ultimi anni. Non si può inoltre escludere la prosecuzione della sismicita' a Nord del sistema del Vettore-Bove. Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza in corso sia in esaurimento".
La Commissione raccomandava perciò agli amministratori dei territori interessati di mettere in atto tutte le iniziative possibili per accelerare le verifiche di vulnerabilità sismica e gli interventi di messa in sicurezza. Parole profetiche quelle della Commissione Grandi Rischi, alla luce della forte scossa di questa mattina, di magnitudo 6.5, addirittura superiore a quelle del 24 agosto (6.0) e del 26 ottobre (5.4 e 5.9). (AGI)