Milano - Per mettere in sicurezza il Paese in vista di altri eventi sismici la "prima cosa da fare è la diagnosi del patrimonio edilizio esistente: molto, purtroppo, è stato costruito in fretta e male nel dopoguerra fino agli anni Settanta". Dopodichè occorre procedere a "un'analisi della vulnerabilità sismica", stando a quanto sostiene Bruno Finzi, presidente della Commissione strutture dell'ordine degli ingegneri di Milano. "Se pensiamo che dopo il crollo della scuola di San Giuliano nel 2003 è stata emessa un'ordinanza del governo che rendeva obbligatoria questa analisi per tutti gli edifici 'strategici', e che ad oggi l'analisi è disponibile per poco più del 50% degli edifici pubblici di questo tipo - ha aggiunto Finzi, in una nota -, ci rendiamo conto di quanta strada ci sia ancora da fare per l'immenso patrimonio privato esistente in Italia; si tratta di circa 30 milioni di immobili esistenti di cui circa la metà edificato nel periodo critico tra il 1945 e il 1980".
La diagnosi strutturale, ha spiegato Finzi, "deve essere finalizzata ad indicare quando e come è stato pensato, progettato e costruito un edificio, se in anni successivi alla sua edificazione si è intervenuti di nuovo a modificare, ampliare o indebolire la struttura dell'edificio stesso e se ne sono state modificate le condizioni di uso previste in origine". "Si è parlato molto negli ultimi 15 anni del cosiddetto 'libretto del fabbricato' che ha visto diverse false partenze e principalmente, per quanto è stato fatto finora, ha coinvolto amministratori di condominio e geometri - ha sostenuto -. E' fondamentale far capire ad amministrazione e politica che gli ingegneri civili sono gli unici che possono fornire questo tipo di diagnosi e ricostruire quanto serve dal punto di vista strutturale". "Dopo questa diagnosi iniziale - ha concluso - è necessario approfondire attraverso un'analisi di vulnerabilita' sismica il comportamento del complesso strutturale sia per i carichi verticali, sia soprattutto per i carichi orizzontali dedotti dalle accelerazioni sismiche la cui mappa è ufficiale, consolidata e recepita da tutte le Regioni italiane. E' necessaria un'azione forte e coraggiosa volta ad evitare la caccia alle streghe e la conta dei morti che ogni quattro anni, in corrispondenza di un evento sismico, siamo abituati a vivere in Italia". (AGI)