Roma - Ilaria Cucchi, sorella del giovane morto in ospedale il 22 ottobre 2009 dove era stato ricoverato qualche giorno dopo essere stato fernato per droga, contesta gli esiti della perizia disposta dal gip di Roma che esclude una connessione tra le percosse subite da Stefano e il decesso. "Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale. Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti" scrive su Facebook. "è evidente che se Stefano fosse morto di epilessia, come ipotizzato nella perizia, secondo quanto dicono gli stessi periti ciò sarebbe stato possibile in funzione delle condizioni fortemente debilitate dalla sua magrezza e dalle lesioni subite nel pestaggio. Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore".
Il perito, aggiunge ancora la sorella del giovane geometra, "tenta di scrivere la sentenza finale del processo per i responsabili del violentissimo pestaggio a mio fratello". "Riconosce 'bontà suà la frattura di L3 da noi per sette anni sostenuta e riconosciuta dai pm, poi alza una cortina di fumo dicendo che è impossibile determinare con certezza una causa di morte di Stefano". Il collegio peritale, inoltre, "si avventura a formulare due ipotesi di morte - si legge ancora nel post - la prima, per epilessia, che se in un primo momento viene ritenuta forse più probabile, nelle conclusioni la definisce 'priva di riscontri oggettivì. La seconda, dopo aver riconosciuto tutte le evidenze cliniche da sempre dai nostri medici legali evidenziate, riconosce il ruolo del globo vescicale come causa di morte in conseguenza delle fratture. A pagina 195 descrive compiutamente 'un'intensa stimolazione vagale produce brachicardia giunzionalè, che ovviamente è conseguenza delle fratture, e poi della morte".
Il perito, rileva ancora Ilaria Cucchi, "infatti poi fa il giurista e dice in buona sostanza che coloro che lo hanno violentemente pestato rompendogli la schiena in piu' punti non sono responsabili della sua morte per il fatto che il terribile globo vescicale che ha fermato il suo cuore non si sarebbe formato se non ci fosse stata la responsabilità degli infermieri. è questa la causa di morte da noi sempre sostenuta in questi anni, che a differenza dell'epilessia ha elementi oggettivi e riscontrati dagli stessi periti". La sorella di Stefano Cucchi, dunque, 'raffreddà gli "entusiasmi di coloro che si fanno forza di una presunta morte per epilessia" facendo notare che "i periti non sono nemmeno d'accordo con loro stessi sull'effettiva assunzione della terapia anti epilettica da parte di Stefano, che sarebbe l'elemento centrale per arrivare, a dir loro, a quella causa di morte. Infatti, mentre a pagina 196 della perizia sostengono che 'non è verosimile che Cucchi abbia assunto una terapia anti epiletticà, a pagina 186 invece avevano scritto che aveva preso le medicine". (AGI)