Roma - E' destinata ad essere abbattuta del tutto la palazzina di via della Farnesina, parzialmente crollata la notte tra venerdi e sabato. Un abbattimento giustificato da ragioni di sicurezza (tutta la zona e' pericolosa) e dall'opportunita' per i consulenti tecnici nominati dalla Procura di dover indagare anche nel sottosuolo per capire se il cedimento dell'immobile sia dovuto a una costante erosione sotterranea dovuta a una perdita delle condotte Acea (che ha provveduto subito alla loro chiusura), a un guasto del sistema fognario o alle infiltrazioni delle acque del Tevere. Stanno lavorando proprio su queste ipotesi gli ingegneri Lucrezia Le Rose e Claudio e Angelis che hanno chiesto al pm Carlo Lasperanza di poter beneficiare di almeno 60 giorni, salvo ulteriori proroghe, per accertare le cause del parziale crollo della palazzina di via della Farnesina.
La parte dell'immobile, sottoposto a sequestro su ordine del pm, e' rimasta in piedi solo perche' sta poggiando sul cumulo delle macerie della porzione venuta giu'. Ma per andare in profondita' occorrera' abbattere e rimuovere tutto. La Procura sta procedendo per il reato di disastro colposo a carico di ignoti per verificare se quanto accaduto sia dovuto alla responsabilita' di qualcuno. Ipotesi che al momento non trova alcun riscontro: lo stabile di via della Farnesina non sarebbe stato oggetto negli anni di particolari lavori di ristruttazione che possano aver stravolto l'originaria costruzione. Piuttosto a preoccupare i consulenti della Procura e' uno studio di settore ingegneristico secondo cui i palazzi costruiti negli anni '60 all'insegna del risparmio, e cioe' con materiali forse piu' scadenti dei precedenti, 'vivono' tra i 50 e i 60 anni. E lo stabile a Ponte Milvio rientra proprio tra questi. (AGI)