Roma - Da oggi pomeriggio diverse centinaia di lavoratori degli uffici giudiziari italiani stanno manifestando pubblicamente in piazza Cairoli, a due passi dal ministero di via Arenula, "per esprimere il proprio disappunto per la surreale situazione creatasi nelle cancellerie dei tribunali e nelle segreterie delle Procure a seguito dell'attuazone delle procedure di mobilita' volontaria e obbligatoria degli ultimi mesi". L'iniziativa e' stata organizzata da un'associazione di dipendenti al grido "Pari diritti e Pari dignita'". In un documento, distribuito in tutti gli uffici giudiziari, si legge che "ai lavoratori del settore, ai quali da 20 anni e' negata qualsiasi forma di progressione professionale, e' stato imposto di accettare l'ingresso di personale proveniente da enti locali soppressi (Province, Croce Rossa, Istituto Commercio con l'Estero ecc) inquadrato in profili professionali di elevata competenza specifica (cancelliere, funzionario e direttore) anche in assenza del titolo di studio previsto per tali figure professionali e con retribuzioni nettamente superiori a quelle dei giudiziari in servizio".
Chi sta prendendo parte alla protesta, lamenta, in particolare, una "disparita' di trattamento riservata al personale giudiziario rispetto agli altri dipendenti della pubblica amministrazione", il "mancato riconoscimento della professionalita' acquisita nel corso degli anni" e "la "scarsa considerazione dell'impegno profuso nel garantire la funzionalita' degli uffici giudiziari nonostante la gravissima carenza di organico", oltre al "blocco di qualsiasi forma di mobilita' verso altre amministrazioni imposto per legge fino al 31 dicembre 2019 in deroga a quanto previsto per i dipendenti pubblici". (AGI)