CdV - Nei dieci mesi trascorsi dall'inizio del Giubileo "non ci sono stati episodi, non ci sono stati elementi di pericolo, di rischi, di allarme". Lo ha detto il generale Domenico Giani in un'intervista alla Radio Vaticana alla vigilia della Festa del Corpo che compie 200 anni. "L'Anno Santo - ha ricordato - e' partito, ovviamente, con alcune preoccupazioni, vorrei dire fisiologiche in questi momenti, pero' sta proseguendo bene senza nessun allarme. Certamente c'e' una grande vigilanza ed una grande attenzione". "E' stato - ha aggiunto - un anno, e tuttora lo e', molto impegnativo, bello, anche dal punto di vista spirituale per noi gendarmi". "Sotto il profilo delle minacce, devo dire - ha scandito il comandante - che i rapporti con le forze di Polizia italiane, e ovviamente insieme alla Guardia Svizzera, ha permesso, un clima di grande serenita'. Il popolo, la gente, ognuno di noi, e' ormai abituato a sottostare a dei controlli che fanno parte del nostro tempo".
"L'Anno giubilare - ha ricordato Giani nell'intervista - e' partito da una zona di guerra, dove il Papa ha fatto un gesto importantissimo, un gesto di riconciliazione e di dialogo interreligioso. La visita alla moschea di Bangui e' stato un momento molto bello. I gendarmi hanno fatto un grande lavoro in questo teatro, proseguito poi con l'apertura della Porta Santa e tutti gli eventi che sono succeduti". "Ormai da anni, attraverso i canali di polizia e di agenzia di informazione, abbiamo - ha concluso il generale Giani - un contatto quotidiano con le Forze di polizia di altri Paesi, tra cui i Paesi musulmani. Posso testimoniare come ci sia una grande venerazione per la figura del Santo Padre. I miei colleghi di tanti Paesi arabi, del Corno d'Africa, del Medio Oriente, dell'Oriente, hanno una particolare venerazione per il Santo Padre: vedono il Papa come una figura a cui fare riferimento. Posso dire veramente come sia considerato un profeta, un uomo di pace, un uomo per il dialogo e del dialogo. Per noi - ha concluso - e' bello incontrarsi, a volte, con i capi di queste realta', potersi abbracciare davvero come fratelli e sentirsi dire che la presenza dei cristiani in tante zone del mondo". (AGI)