Roma - Diffondere la cultura dell'home sharing e dialogare con le istituzioni, per promuovere regole certe per la condivisione del proprio appartamento. E' l'obiettivo degli home sharing clubs di Airbnb. Duecento 'host' si sono incontrati a Roma per il lancio del progetto nella capitale, dopo l'esordio a Milano, dove il club conta gia' un centinaio di iscritti. "La normativa e' confusa, la condivisione e' un fattore sociale ed e' necessaria una regolamentazione", e' la richiesta di Alessandra, community manager a Roma, "i club sono composti da cittadini presenti sul territorio che si fanno portavoce delle richieste".
Nel corso dell'incontro e' stata presentata l'esperienza romana, con gruppi di lavoro impegnati nei quartieri, in rete con commercianti e associazioni di volontariato. "Finalmente ci siamo incontrati per iniziare a lavorare sugli aspetti concreti dell'essere host: aiutarci a vicenda per districarci nelle complicazioni burocratiche, ma soprattutto lavorare per diffondere la cultura dell'home sharing, cercando di creare momenti di confronto anche con i legislatori, che - nonostante il fenomeno sia in esponenziale aumento - ancora non hanno mai interpellato la nostra categoria", ha sottolineato Alessandra, "siamo cittadini, siamo in tanti, abbiamo il diritto di partecipare ai tavoli di discussione. Partendo dal basso stiamo aiutando noi stessi e Roma a reagire in questo momento di crisi".
E infine Ortensia: "Vorrei provare a proporre progetti che provino a cambiare il posizionamento del nostro lavoro nell'immaginario collettivo: noi siamo una risorsa per la citta', sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale. Inoltre noi ascoltiamo i nostri guest: veniamo incontro ai loro bisogni, proviamo a soddisfare i loro desideri e porre rimedio ai loro problemi; abbiamo acquisito esperienza e conoscenze e vogliamo metterle a disposizione della citta' per rendere Roma piu' tourist friendly, perche' una citta' tourist friendly e' anche piu' citizen friendly". (AGI)