Roma - Ha espiato tutta la pena e da fine agosto e' tornato in liberta', dopo aver scontato cinque anni e mezzo di reclusione per associazione per delinquere rispetto ai 7 anni resi definitivi dalla Cassazione. I guai giudiziari per Gianfranco Lande, il cosiddetto 'Madoff dei Parioli', accusato di aver ingannato fino al 2011 un migliaio di risparmiatori della 'Roma bene' sottraendo loro oltre 170 milioni di euro, non sono pero' terminati.
La Procura ha chiesto oggi per lui una condanna a 4 anni di carcere nel processo, in corso davanti al tribunale monocratico, che lo vede imputato assieme a un'altra dozzina di persone, tra broker e suoi stretti collaboratori, per reati che vanno dalla truffa, all'abusivismo finanziario, all'ostacolo all'attivita' degli organi di vigilanza (Consob). E' stata dichiarata prescritta, invece, l'abusiva attivita' di raccolta del risparmio.
Il pm Luca Tescaroli ha chiesto di infliggere 3 anni mezzo a Gian Piero Castellacci De Villanova e a Gabriele De Zorzi e di condannare poi altre dieci persone a pene comprese tra i 3 anni e due mesi e un anno e quattro mesi di reclusione. Per la Procura, Lande non ha certamente agito da solo. "Lui e Castellacci hanno ideato il maxi-imbroglio, realizzato poi da altri soggetti che hanno affiancato i due: Lande e il suo staff hanno contribuito per anni a invogliare i clienti a sottoscrivere una serie di obbligazioni garantendo interessi ben piu' ghiotti di quelli proposti dalle banche. Un gioco che e' andato avanti con successo fino al 2010 quando poi, con la crisi dell'economia mondiale, i risparmiatori sono andati in panico per i mancati accrediti e i sospetti di affidabilita' delle societa' del gruppo (Eim e Dharma 'in primis') che "sembravano in apparenza solide e serie". "Lande - ha sottolineato la Procura -, nonostante le prime richieste di disinvestimento della clientela, ha continuato a rassicurare la massa di risparmiatori, prospettando per tutti un intervento delle banche finanziatrici".
Alla fine, pero', lui e' finito in prigione (marzo 2011), le sue societa' di li' a poco sono fallite "e i clienti si son visti defraudare di tutti i loro averi". In apertura di processo, i difensori di Lande hanno denunciato di aver subito quattro giorni fa un furto "certamente mirato" nel proprio studio legale: ignoti, infatti, hanno portato via solamente documentazione riguardante questo processo. Da qui, la richiesta formalizzata al tribunale di poter spostare l'arringa difensiva ad altra data, rispetto a quella gia' calendarizzata. (AGI)