Venezia - Su di lui si era favoleggiato a lungo. Che fosse un campione delle corse prestato al 'lato oscuro', che avesse un profilo da rapinatore gentiluomo, che non gli importasse dei soldi, quanto piuttosto della sfida con le forze dell'ordine. Ma non era altro che un ladro di macchine che aveva imparato a destreggiarsi negli inseguimenti. La sua corsa è finita al confine tra Albania e Grecia, dove su richietsa dei carabienieri è stato catturato Rama Vasil, 36 anni, albanese. Al volante di una Audi gialla - ma in precedenza c'erano stati altri bolidi - all'inizio dell'anno era balzata agli onori delle cronache per le fughe di una banda di rapinatori che terrorizzava il nord-est. Le indagini, coordinate dalla procura di Venezia, 'inchiodano' l'albanese al volante dell'auto targata t123184, rubata il 26 dicembre 2015 nel parcheggio dell'aeroporto di Milano Malpensa e ritrovata completamente distrutta dalle fiamme il 25 gennaio successivo ad One' di Fonte (Treviso).
L'Audi Rs4, appunto, a bordo della quale gli autori di diversi "colpi" messi a segno in diverse province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia erano riusciti a sfuggire all'inseguimento delle forze di polizia. In un'occasione percorsero a velocita' elevatissima e contromano un lungo tratto dell'autostrada Torino-Venezia, prima di uscire al casello di Spinea (Venezia) sfondando la barriera di chiusura.
La storia dell'Audi gialla - Infografica
In particolare, i carabinieri veneti, con il supporto del Ris di Parma, si sono concentrati su una serie di furti in abitazione commessi a San Dona' di Piave il 21 gennaio, addebitati a una banda di albanesi: uno di loro, il presunto autista dell'Audi gialla, risultava pero' probabilmente rientrato nel paese di origine subito dopo aver dato alle fiamme la vettura. Successivamente, Rami Vasil e' stato effettivamente localizzato in Albania, da dove si spostava frequentemente in Grecia: ed e' proprio al confine tra i due Paesi che gli e' stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Venezia. Il 36enne, detenuto in un carcere greco in attesa dell'estradizione, secondo gli investigatori ha partecipato ai "colpi" contestati alla banda e veniva usato sistematicamente come autista per le sue notevoli capacita' di guida: gia' latitante dal 2011 perche' colpito da misura emessa dall'autorita' giudiziaria di Bolzano per reati contro il patrimonio, nei suoi numerosi spostamenti (anche in Francia) usava identita' fittizie e documenti falsi di pregevole fattura.
Immediato il plauso del Governatore del Veneto. "Ai Carabinieri va il mio riconoscente grazie. Hanno braccato questo delinquente fin oltre i confini nazionali, dimostrando ancora una volta che sfidare la legalita', con questi tutori dell'ordine, e' rischiosissimo" dice il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commendone l'arresto "Qualcosa mi dice - aggiunge Zaia - che anche la liberta' dei complici di questo delinquente abbia vita breve, ma questo arresto rende gia' cosi' giustizia in una vicenda nella quale i soliti soloni ebbero il coraggio di criticare le indagini perche', come sempre, a parole e' tutto facile". (AGI)