"Considero importante - ha continuato Parolin nell'intervento pronunciato a Poredenone - sottolineare con forza questo concetto: le auspicate nuove e buone relazioni con la Cina, comprese le relazioni diplomatiche, se cosi' Dio vorra'!, non sono fine a se' stesse o desiderio di raggiungere chissa' quali successi 'mondani', ma sono pensate e perseguite, non senza timore e tremore perche' qui si tratta della Chiesa, che e' cosa di Dio, solo in quanto 'funzionali' al bene dei cattolici cinesi, al bene di tutto il popolo cinese e all'armonia dell'intera societa', in favore della pace mondiale". Per Parolin, tuttavia, "va realisticamente accettato che i problemi da risolvere tra la Santa Sede e la Cina non mancano e possono generare, spesso per la loro complessita', posizioni ed orientamenti diversi. Ma tali problemi non sono del tutto dissimili da quelli sorti ed affrontati positivamente 70 anni fa". "Papa Francesco, come gia' i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, conosce bene - ha assicurato Parolin - il bagaglio di sofferenze, di incomprensioni, spesso di silenzioso martirio che la comunita' cattolica in Cina porta sulle proprie spalle: e' il peso della storia! Ma conosce pure, insieme alle difficolta' esterne ed interne, quant'e' vivo l'anelito alla comunione piena con il Successore di Pietro, quanti progressi sono stati compiuti, quante forze vive agiscono testimoniando l'amore a Dio e l'amore al prossimo, soprattutto alle persone piu' deboli e bisognose, che e' la sintesi di tutto il cristianesimo. E conosce e incoraggia, soprattutto nel contesto del Giubileo della Misericordia, il perdono reciproco, la riconciliazione tra fratelli e sorelle che sperimentano la divisione, lo sforzo di crescere nella comprensione, nella collaborazione, nell'amore! Siamo tutti chiamati ad accompagnare con affettuosa vicinanza, rispetto, umilta' e, soprattutto con la preghiera, questo cammino della Chiesa in Cina". Secondo Parolin, occorre scrivere oggi "una pagina inedita della storia, guardando avanti con fiducia nella Provvidenza divina e sano realismo, per assicurare un futuro in cui i cattolici cinesi possano sentirsi profondamente cattolici, ancor piu' visibilmente ancorati alla salda roccia che, per volonta' di Gesu', e' Pietro, e pienamente cinesi, senza rinnegare o sminuire tutto quello che di vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato) ha prodotto e continua a produrre la loro storia e la loro cultura". (AGI)