Roma - I rigatoni alla bolognese rilanciati dal prestigioso New York Times trovano la ferma opposizione sui social. E a questa protesta si associa la Coldiretti che ricorda come "all'estero vengono portate in tavola le piu' bizzarre versioni delle ricette tradizionali del Made in Italy come l'abitudine tedesca di impiegare l'olio di semi nella cotoletta alla milanese, quella olandese di non usare il mascarpone nel tiramisu', fino agli inglesi e agli americani che vanno pazzi per gli spaghetti alla bolognese che sono del tutto sconosciuti nella citta' emiliana". "Purtroppo - continua Coldiretti - non si tratta di un colpo di sole estivo poiche' il termine bolognese e' uno dei piu usurpati nelle cucine e sugli scaffali dei supermercati stranieri con offerte che nulla hanno a che fare con la realta' originale". Ma tra le specialita' piu' "tradite" ci sono anche - continua la Coldiretti - la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, mentre non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l'immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano.
Per non parlare poi della pizza che viene offerta nelle versioni piu' inimmaginabili, da quella hawaiana con l'ananas a quella di pollo. Aumenta l'offerta di piatti italiani pronto uso sugli scaffali dei supermercati all'estero, dove e' possibile acquistare dal sugo liofilizzato per spaghetti alla bolognese ai torti alle lasagne in lattina fino ad un fantomatico piatto all'italiana in barattolo fatto di polpette di carne e pastina da minestra, che farebbero inorridire qualsiasi consumatore del Belpaese. La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di prodotti alimentari taroccati all'estero dove - precisa la Coldiretti - le esportazioni di prodotti tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che e' causa di danni economici e di immagine. L'"agropirateria" infatti utilizza impropriamente parole, localita', immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati. All'estero - stima la Coldiretti - sono falsi 2 prodotti alimentari di tipo italiano su 3, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo Made in Italy che vale 60 miliardi di euro. Il rischio - conclude la Coldiretti - e' che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza specialita' nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.(AGI)