Roma - E' uscito nel pomeriggio dal carcere romano di Regina Coeli ed è sotto la protezione dell'ambasciata russa Sergey Nicolaevich Pozdnyakov, il diplomatico arrestato per corruzione nella capitale il 24 maggio assieme a un alto esponente dei servizi segreti portoghesi. La notizia della scarcerazione, conseguenza della mancata consegna del funzionario russo alle autorità di Lisbona, è stata confermata dal suo difensore, l'avvocato Mario Murano secondo il quale "i giudici della Corte d'appello, nel rifiutare la consegna di Pozdnyakov, si sono attenuti a una soluzione di diritto tralasciando ogni questione legata alla ragion di Stato. Evidentemente i provvedimenti giudiziari emessi dal Portogallo erano carenti secondo la legislazione italiana che disciplina il mandato di arresto europeo".
Secondo la Corte d'appello, mentre risulta acclarato un incontro a Lubiana (avvenuto prima di quello romano) tra Frederico Manuel Carvalaho Gil, il funzionario dei servizi segreti lusitani, e Sergey Nicolaevich Pozdnyakov, non sarebbero state fornite dalle autorità di Lisbona "specifiche informazioni" sulle fonti indiziarie riguardanti lo scambio tra i due 007 della pen-drive con il denaro e il contenuto della stessa pen-drive.
I due rappresentanti dei servizi segreti erano stati poi arrestati nella Capitale lo scorso maggio perché lo 007 portoghese avrebbe consegnato al diplomatico russo, in un ristorante di Trastevere, documenti riservati su Nato e Ue in cambio di 10mila euro. Carvalaho Gil, dopo aver confessato tutto nel corso di un interrogatorio, è stato consegnato al suo Paese nelle scorse settimane. Pozdnyakov, che ha sempre negato i fatti, era rimasto detenuto a Regina Coeli in attesa della decisione della Corte d'appello. Per il suo difensore, il mandato di arresto europeo conteneva argomentazioni vaghe e fumose e non poteva essere utilizzato per consegnare il russo al Portogallo. Di diverso parere, invece, la Procura Generale, favorevole a questa consegna, ritenendo fondate e sufficienti le contestazioni avanzate dalle autorità di Lisbona. (AGI)