Fermo - L'assassino di Emmanuel, il nigeriano ucciso a Fermo in un pestaggio, ha messo a disposizione della vedova dell'uomo metà della sua casa colonica. "Non e' un allevatore di tori, anche lui sta fra gli ultimi. La responsabilita' morale se la sente tutta e per questo, si e' messo a disposizione delle vedova offrendo tutto quello che possiede" ha detto a Sky tg24 Francesco de Minicis, legale di Amedeo Mancini, al termine dell'udienza di convalida.
Udienze finita: il Gip non convalida il fermo, ma Mancini resta in carcere
L'uomo è accusato di aver ucciso con un pugno Emmanuel Chidi Nnmadi. La vittima, un 36enne richiedente asilo fuggito con l'allora fidanzata 24enne dall'orrore di Boko Haram (in una drammatica traversata in cui la donna ha anche perso un bimbo) e ospitato da settembre scorso dal seminario vescovile della cittadina marchigiana, stava passeggiando con la moglie in via XX settembre quando Mancini ha iniziato a provocare la coppia, chiamando "scimmia" lei e insultando pesantemente anche lui.
Appello al perdono nell'addio a Emmanuel
Emmanuel ha reagito alle provocazioni, e l'italiano, noto ultrà della squadra locale, ha sradicato un palo segnaletico per usarlo a mo' di spranga, e ha colpito il nigeriano riducendolo in fin di vita. Dopo un giorno di agonia, attaccato al respiratore, Emmanuel e' morto. Ieri i funerali nel duomo di Fermo cui hanno preso parte anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro Maria Elena Boschi e il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli. (AGI)