(AGI) - Roma, 30 giu. - Sensibilizzazione in loco sui rischi del viaggio verso l'Europa e progetti di sviluppo concreti per costruire un'alternativa valida alla migrazione irregolare; questi i due pilastri su cui si fonda Stop Tratta, la campagna realizzata da VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e Missioni Don Bosco, avviata nell'ottobre 2015 in cinque paesi dell'Africa Sub-sahariana: Ghana, Senegal, Etiopia, Nigeria e Costa d'Avorio.
Terminata la prima fase di sensibilizzazione, che ha visto gli operatori Vis impegnati in campagne di comunicazione ad hoc per informare i potenziali migranti sui rischi del viaggio, Stop Tratta attiva ora i primi progetti di sviluppo in Senegal, Ghana ed Etiopia, che consentiranno alle popolazioni locali di trovare impiego e sostentamento economico; un'alternativa concreta alla migrazione in
Europa.
“L'Africa deve tornare ad essere una priorità nell'agenda estera italiana e europea. Non parlo solo di misure provvisorie, finalizzate a tamponare l'emergenza migrazione, ma di interventi duraturi e concreti, pensati sulle reali esigenze del continente”, afferma Nico Lotta, presidente di Vis. “Come ong siamo attivi da tempo in Africa: lavoriamo insieme ai Salesiani di Don Bosco, comunità religiosa fortemente radicata nel territorio e presente anche nelle zone rurali più isolate. Nella maggior parte dei paesi indicati di recente da Renzi nel Migration Compact lavoriamo da mesi per sensibilizzare i potenziali migranti sui rischi del viaggio e per realizzare progetti concreti di sviluppo, che aiutino le popolazioni locali a non dover abbandonare il proprio paese”.
In Ghana i motivi che spingono la popolazione a migrare sono prevalentemente la mancanza di un mercato del lavoro e un’agricoltura arretrata e di sussistenza. 'Stop Tratta' interviene nell’ambito dell’agricoltura eco-sostenibile e nella gestione proficua delle risorse naturali, e lo fa partendo dalla Brong Ahafo Region, regione da cui parte la maggior parte dei migranti: la scuola agricola salesiana di Sunyani formerà i giovani più vulnerabili e i migranti di ritorno in botanica, concimazioni, entomologia, agricoltura biodinamica e consociazioni, fitofarmaci e pedologia. La costruzione della green house, una serra didattica, consentirà inoltre di coltivare diversi tipi di
ortaggi e fornire così sostegno alimentare al Centro salesiano per i bambini di strada di Sunyani. Gli studenti che completeranno con successo i corsi di agricoltura, avranno accesso a un fondo di microcredito (da restituire entro un anno a un tasso di interesse inferiore a quello di mercato) attraverso il quale potranno avviare la propria impresa agricola.
In Senegal 'Stop Tratta' risponde all'urgenza del mercato locale potenziando e ampliando il Centro di formazione professionale Don Bosco di Dakar. Già attivo dal 2014, il centro ora non è più in grado di sostenere il gran numero di domande e di fornire un'offerta formativa ampia e diversificata. Il progetto prevede l'ampliamento del centro, la costruzione di una biblioteca, di aule e di un laboratorio di informatica dotato di computer, rete wireless e stampanti. Inoltre, saranno attivati corsi di idraulica e sartoria, oltre che di informatica. Tra le attività previste anche corsi di orientamento al lavoro, autoimpiego e imprenditorialità.
In Etiopia la mancanza di lavoro e le compromettenti condizioni economiche costringono i giovani più vulnerabili, tra cui i rifugiati eritrei, a migrare per cercare condizioni di vita più sostenibili. 'Stop Tratta' agisce dunque in tre aree geografiche, individuate come prioritarie. A Mekanissa (Addis Abeba) la lotta contro la migrazione irregolare parte dalla formazione professionale; sono stati attivati corsi di formazione tecnica in elettronica, manifattura, idraulica e cucina, che consentiranno ai giovani rifugiati eritrei e ai potenziali migranti di acquisire abilità e competenze pratiche, realmente spendibili sul mercato del lavoro. Nell'area di Shire, invece, 'Stop Tratta' investe nella formazione e nello sviluppo informatico, abilità essenziali per contribuire allo sviluppo della regione e sviluppare consapevolezza e autonomia. In Tigray il difficile accesso e gli elevati prezzi dei prodotti di base, fino ad ora acquistati e importati
dalla città di Adigrat, costituiscono una delle principali cause di povertà nella regione. Grazie al progetto di sviluppo di 'Stop Tratta', saranno create sei cooperative, in grado di acquistare i beni di prima necessità direttamente dai grossisti, riducendo i prezzi dei prodotti e facilitandone l'accesso.
L'empowerment economico-sociale della regione non è l'unico obiettivo del progetto: 'Stop Tratta' interviene anche sull'educazione e la formazione delle popolazioni locali, oltre che sulla promozione e la salvaguardia delle loro condizioni di salute. (AGI)