Roma - L'Italia e' ancora il fanalino di coda in fatto di asili nido e servizi all'infanzia. Secondo i dati della Cisl, diffusi oggi nel corso del Convegno sui "Diritti civili, sociali e la contrattazione di genere", meno di un quinto dei bambini nel secondo anno di vita e meno di un decimo dei bambini nel primo anno di vita ha l'opportunita' di frequentare un nido d'infanzia. Nel panorama OCSE, l'Italia purtroppo continua a distinguersi per una bassa presenza di servizi ai bambini ed alla non autosufficienza e per un alto numero di "caregivers" informali. Il Monitoraggio Straordinario Piano Nidi dimostra come il tasso di copertura della domanda potenziale dei nidi e servizi integrativi (senza quindi considerare la scuola dell'infanzia) e' in Italia solo del 21,8%. La crescita dei servizi che si e' avuta negli anni piu' recenti non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti e si configura con caratteristiche molto differenziate sia geograficamente che in relazione all'eta' dei bambini. Nel Sud la percentuale di copertura si attesta al 10,7%. Considerando anche gli anticipi alla Scuola dell'infanzia, l'Italia nel complesso arriva ad un Tasso di copertura pari al 27%, e il Sud al 19,9%. Un ruolo sussidiario e di supplenza e' svolto dalla "contrattazione sociale" , orientata a sviluppare il sistema dei servizi sociali e socioeducativi a favore della famiglia e dell' infanzia.
Nell'ultimo triennio sono stati sottoscritti - continua la Cisl - ben 1175 accordi che hanno riguardato la famiglia e 356 accordi con beneficiario i "minori" soprattutto riguardanti servizi sociali e socio educativi. Le regioni nelle quali si e' maggiormente sviluppata la contrattazione per questa platea di beneficiari sono Lombardia, Piemonte, Campania, Marche ed Emilia Romagna. Ma per la Cisl servono piu' servizi a partire dal piano straordinatrio nidi ma anche misure concrete che permettano alle donne di essere impiegate nel mercato del lavoro, senza dover scegliere tra occupazione e famiglia. Da qui la richiesta dell'emanazione del decreto inter-istituzionale che potrebbe consentire alla contrattazione collettiva di accedere al Fondo triennale 2016-2018 istituito con il Decreto 80 del 2015 attuativo del Jobs Act, che riguarda le misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.Anche per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro la situazione e' in forte evoluzione: solo il 18% degli accordi complessivamente considerati regolamenta questa materia, disponendo agevolazioni orarie ed apertura alla concessione del part-time per lavoratrici madri, nonche' varie forme di flessibilita' oraria. Poco diffuso, il tema delle Pari Opportunita', solo il 3% sul totale complessivi degli accordi stipulati dal 2013 al 2016. "La Cisl intende promuovere ancora di piu' la contrattazione di genere territoriale ed aziendale per favorire la conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro", ha sottolineato la Segretaria organizzativa della Cisl, Giovanna Ventura nel corso del Convegno. "Ci sara' un grande spazio per le donne sindacaliste e contrattualiste. Per questo- continua Ventura- per il prossimo Congresso, la Cisl ha gia' definito le regole per valorizzare molto di piu' la presenza femminile nei ruoli dirigenziali dell'organizzazione". (AGI)