Roma - Quarantacinque cadaveri, ma il numero preciso è ancora da quantificare, sono stati recuperati dalla Marina militare dopo che un barcone carico di migranti è semiaffondato nel Canale di Sicilia. La nave "Vega" ha soccorso e recuperato 135 superstiti. Le operazioni di salvataggio sono ancora in corso.
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Sbarchi senza fine dal Nord Africa: decine di barconi che anche oggi hanno fatto rotta verso la Sicilia, e migliaia i disperati che, complice la bella stagione e il mare calmo, tornano a riversarsi sulle coste italiane, o perdono la vita nei naufragi. Sono oltre 4.000 gli immigrati salvati al largo delle coste libiche, nel corso di 22 distinte operazioni di soccorso, coordinate della Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In particolare sono intervenute 7 unità della Guardia Costiera, un'unità spagnola del dispositivo Eunavformed, un'unità spagnola del dispositivo Frontex, una unità navale della ONG Sea Watch, 3 mercantili, 4 rimorchiatori d'altura. A seguito delle operazioni di soccorso sono stati effettuati trasbordi di migranti anche su un'unità navale della Guardia di Finanza ed una unità dei Carabinieri operanti nel dispositivo Frontex. In particolare, nelle 22 operazioni rientra anche il soccorso ad un barcone capovoltosi, avvistato da un velivolo del dispositivo Eunavformed. Su cui la Centrale Operativa ha immediatamente dirottato due motovedette classe 300 della Guardia Costiera e la nave Reina Sophia del medesimo dispositivo.
L'intervento ha consentito di salvare al vita a 96 persone. Tra queste, un bambino di 5 anni in stato di ipotermia, che è stato trasportato in salvo a Lampedusa da un elicottero della Guardia Costiera, assistito durante il volo da personale sanitario ivi imbarcato. Intanto arrivano notizie drammatiche dai racconti dei superstiti del naufragio di ieri sempre al largo della Libia, con oltre 500 persone a bordo. Sono "soprattutto marocchini" i naufraghi della barca che si è capovolta, rende noto Flavio di Giacomo, portavoce dell'Oim, secondo il quale i sopravvissuti giunti a Porto Empedocle riferiscono di "circa 100 dispersi". La Marina Militare italiana ha salvato ieri 562 persone, ma la barca - secondo i testimoni - trasportava circa 650 persone, tra cui molti marocchini, tunisini e due famiglie siriane. Operazioni imponenti, insomma, che dimostrano, secondo il ministro dell'Interno Angelino Alfano, che "l'Italia non è al collasso, il nostro sistema di accoglienza regge, siamo sotto nei numeri rispetto a quanto si verifica negli altri Paesi europei e anche in proporzione al numero di abitanti. Questo non significa che sia un passeggiata, la fatica è notevole, ma ringrazio ora tutti i Comuni a cominciare da Palermo, perché è chiaro che quando i Comuni aiutano noi siamo in grado di dare servizi più efficienti". (AGI)