Roma - Dopo mille anni di storia del cattolicesimo la Chiesa potrebbe accogliere delle donne diacono, cioe' al primo grado dell'ordine sacro, appena sotto il sacerdozio. E' la storica apertura di Papa Francesco, che ha annunciato l'istituzione di una Commissione di studio sul diaconato femminile nella Chiesa primitiva ritenendo che le donne diacone sono "una possibilita' per oggi". Se all'annuncio seguira' una decisione, per la prima volta in questo millennio si riaprira' questa prospettiva che era considerata definitivamente chiusa da una decisione ministeriale di Giovanni Paolo II. Decisione che, tuttavia, non citava esplicitamente il ruolo di diacono, limitandosi a quello di sacerdote: per questo altri autorevoli ecclesiastici, tra tutti il cardinal Martini, gia' negli anni scorsi avevano prospettato la possibilita' di avere diaconi donne, forti della storia delle prime comunita' cristiane, quando questo avveniva. I diaconi possono amministrare alcuni sacramenti tra i quali il battesimo e il matrimonio e in alcuni paesi ci sono intere regioni nelle quali sostituiscono ormai i sacerdoti nella guida delle comunita' parrocchiali.
E' chiaro che un'apertura di questo genere, sebbene precluderebbe ancora il sacerdozio, sarebbe una spinta cruciale verso un maggior coinvolgimento delle donne nella vita viva della Chiesa. Di fatto il principale argomento per il "no" al sacerdozio femminile e' l'assenza delle donne nel cenacolo al momento dell'istituzione dell'Eucaristia. Ma una recente decisione di Papa Francesco gia' lo "smontava" in parte: quella sull'ammissione delle donne alla Lavanda dei piedi che il Papa aveva gia' attuato nel primo giovedi' santo del suo Pontificato, quando andando al carcere minorile di Casal del Marmo, decise che quel giorno anche le ragazze potessero partecipare come protagoniste al rito della Lavanda dei piedi, diventa quest'anno una possibilita' per tutte le parrocchie del mondo. Oggi, l'inaspettato annuncio: "Costituire una commissione ufficiale potrebbe studiare la questione?", si e' chiesto il Papa ad alta voce. E poi si e' risposto: "credo di si'. Sarebbe fare il bene della chiesa di chiarire questo punto. Sono d'accordo. Io parlero' per fare qualcosa di simile. Accetto la proposta. Sembra utile per me avere una commissione che chiarisca bene". Il Pontefice ha poi ribadito il concetto della maggiore partecipazione femminile: "la Chiesa ha bisogno che le donne entrino nel processo decisionale. Anche che possano guidare un ufficio in Vaticano". Papa Francesco ha spiegato che "la Chiesa deve coinvolgere consacrate e laiche nella consultazione, ma anche nelle decisioni perche' ha bisogno del loro punto di vista. E questo crescente ruolo delle donne nella Chiesa non e' femminismo ma la corresponsabilita' e' un diritto di tutti i battezzati: maschi e femmine". Bergoglio ha anche sottolineato che "troppe donne consacrate sono 'donnette' piuttosto che persone coinvolte nel ministero del servizio. La vita consacrata - ha aggiunto - e' un cammino di poverta', non un suicidio". (AGI)