Roma - Il numero dei medici che praticano l'aborto in Italia e' perfettamente congruo alla domanda. Lo chiarisce il ministero della Salute in una nota di precisazione dopo il richiamo del Consiglio d'Europa sull'applicazione della legge 194 sull'aborto nel nostro Paese. Gli ultimi dati, contenuti nella relazione inviata dal ministero al Parlamento lo scorso novembre, mostrano "un piu' che dimezzamento di IVG (interruzioni volontarie di gravidanza, ndr) da quando e' entrata in vigore la legge: 233.976 le IVG nel 1983, 102.760 nel 2013 (e 97.535 nel 2014, primo anno in cui le IVG sono scese sotto la soglia delle 100.000).
A questo dato corrisponde un valore sostanzialmente costante dei ginecologi non obiettori: 1607 nel 1983, e 1490 nel 2013, con un conseguente dimezzamento del numero di IVG settimanali, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3.3 IVG a testa a settimana (su 44 settimane lavorative), e ne effettuano 1.6 nel 2013". Quindi, sottolinea ancora il ministero, "il numero di IVG per ogni ginecologo non obiettore, settimanalmente, va dalle 0.5 della Sardegna alle 4.7 del Molise, con una media nazionale di 1.6 IVG a settimana (era 1.4 nel 2012 e 1.6 nel 2011)". Il numero di non obiettori "risulta quindi congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle IVG effettuate, e il carico di lavoro richiesto non dovrebbe impedire ai non obiettori di svolgere anche altre attivita' oltre le IVG e non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda di IVG. Eventuali difficolta' nell'accesso ai servizi, quindi, sono probabilmente da ricondursi a situazioni ancora piu' di dettaglio di quelle delle singole aziende sanitarie rilevate nella presente relazione, e riferite a singole strutture". (AGI)