Città del Vaticano - "Il matrimonio è un dono del Signore. Tale dono di Dio include la sessualità: 'Non rifiutatevi l'un l'altro'". Lo scrive Papa Francesco che in proposito cita - nell'Esortazione Apostolica 'Amoris laetitia' - i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che scrissero pagine bellissime sull'amore sponsale e l'erotismo, ed anche San Paolo che codificò il "dovere-piacere" coniugale. "A causa di tale valutazione positiva, si pone un forte accento sull'avere cura di questo dono divino, tanto che San Paolo scrive: 'Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia'", aggiunge di suo Francesco, per il quale "la coppia che ama e genera la vita è la vera scultura vivente".
In apertura, al primo capitolo, intitolato "Alla luce della parola", Bergoglio affida le sue intenzioni al suo caro e buon amico poeta Jorge Luis Borges, e dice: "Le due case che Gesu' descrive rappresentano tante situazioni familiari, create dalla libertà di quanti vi abitano, perchè, come scrive il poeta, 'ogni casa è un candelabro'. Se i genitori sono le fondamenta della casa, i figli - osserva il Papa - sono le "pietre vive della famiglia" su cui ogni tipo di organizzazione umana, dalla dimora alla società fino a giungere al sistema economico, si edifica contrastando la cultura del provvisorio.
La forza del mondo affonda le sue radici sulla famiglia dalla cui condizione dipende anche la sorte della società e della Chiesa stessa. Senza alcun dubbio, come avevano anche riflettuto nel corso dell'assise i Padri sinodali, le coppie - soprattutto quelle più giovani e pertanto più vulnerabili alle sfide della vita - sono sottoposte a "fattori culturali che mettono a rischio la possibilità di scelte permanenti". In questo caso, l'idea del matrimonio - riflette Francesco - non è pensata più come "un cammino dinamico di crescita e realizzazione" ma come un "peso da sopportare per tutta la vita". (AGI)