Roma - Finire in cella per aver ucciso qualcuno in un incidente d'auto: succederà ad almeno un centinaio di persone l'anno, dopo l'introduzione del reatro di omicidio stradale. Secondo la stima fatta dall'Asaps, Associazione sostenitori amici polizia stradale, sulla base dei raccolti per il 2014 e 2015, tra le 100 e le 150 persone saranno arrestate, molte meno di quanto paventato dai detrattori della legge. "Crediamo sia arrivato il momento - premette Giordano Biserni, presidente dell'Associazione - di smontare l'allarme che ha aleggiato su qualche organo di informazione e nelle dichiarazioni di alcuni politici o addetti ai lavori, con la previsione di numerosi arresti per sinistri gravi, secondo alcuni diverse centinaia.Le cose non stanno in questo modo e l'allarme lanciato appare veramente eccessivo e immotivato".
"L'arresto obbligatorio - ricorda Biserni - e' previsto solo per le ipotesi piu' gravi, cioe' per quei casi in cui il conducente che provoca la morte di una o piu' persone sia ebbro alla guida con un valore alcolemico superiore a 1,5 g/l o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, o ancora se sia ebbro con un valore superiore a 0,8 g/l nei soli casi in cui si tratti di conducente di un veicolo adibito al trasporto pubblico di persone o un autocarro di peso superiore a 35 q. Piu' difficile invece quantificare i possibili arresti facoltativi (quasi tutti ai domiciliari) nelle diverse ipotesi di omicidio previste dalla nuova legge".
Secondo l' Asaps, "l'entrata in vigore della legge dal 25 marzo scorso esplica gia' un suo valore deterrente. Per questo il numero di omicidi stradali dovrebbe diminuire e di conseguenza anche quello degli arresti obbligatori. Previsione confortata dal fatto che nei primi 10 giorni dall'entrata in vigore della legge, esodo pasquale compreso, non e' stato ancora eseguito un solo arresto obbligatorio. Gli unici arresti effettuati dalle forze di polizia, nell'ordine di alcune unita', sono scaturiti sulla base nella nuova normativa vigente per i soli casi di arresto facoltativo". "Discorso diverso e fortemente dissuasivo - conclude Biserni - puo' essere quello relativo alle possibili condanne, significativamente piu' severe rispetto quelle del passato; e ancor di piu' potranno pesare le revoche della patente per periodi che vanno da 5 anni per le lesioni gravi o gravissime a 15 anni per gli incidenti mortali nelle ipotesi piu' gravi e fino a 30 per i pirati della strada". (AGI)