CdV - I cristiani portino al mondo quella speranza di cui è assetato: è l'esortazione lanciata da Papa Francesco alla Veglia pasquale che ha presieduto nella basilica di San Pietro. "Che il Signore ci liberi dalla terribile trappola di essere cristiani senza speranza, che vivono come se il Signore non fosse risorto e il centro della vita fossero i nostri problemi", ha invocato il pontefice. "Apriamo al Signore i nostri sepolcri sigillati, ognuno di noi li conosce, perche' Gesu' entri e dia vita; portiamo a Lui le pietre dei rancori e i macigni del passato, i pesanti massi delle debolezze e delle cadute. Egli desidera venire e prenderci per mano, per trarci fuori dall'angoscia", ha insistito il Papa, per il quale "questa e' la prima pietra da far rotolare via questa notte: la mancanza di speranza che ci chiude in noi stessi". Di speranza, ha scandito, "ce n'e' tanto bisogno oggi". Secondo il Papa, trasmettere la speranza diffondendo la Buona Notizia della Risurrezione è lo specifico ruolo dei cristiani. Una speranza, ha tenuto a chiarire che "non e' semplice ottimismo, e nemmeno un atteggiamento psicologico o un buon invito a farsi coraggio". "La speranza cristiana - invece - e' un dono che Dio ci fa, se usciamo da noi stessi e ci apriamo a Lui".
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La celebrazione si è aperta nell'atrio della basilica, dove il pontefice ha guidato il rito della benedizione del fuoco di un braciere e ha impresso personalmente i simboli cristiani sul cero pasquale. Sono gli atti compiuti in tutte le chiese del mondo per introdurre la Veglia Pasquale. E' seguita la processione verso l'altare della Confessione, nella Basilica ancora al buio, illuminata solo dal cero pasquale, dal quale poi sono state accese le candele dei cardinali e di tutti i concelebranti. Al canto dell'Exultet, ha fatto seguito la Liturgia della Parola. Francesco ha poi amministrato i sacramenti dell'iniziazione cristiana, Battesimo, Cresima ed Eucaristia, a 12 adulti provenienti da Italia, Albania, Camerun, Corea, India e Cina. (AGI)