Avellino - Strisciava il badge per conto di colleghi e pur avendo capito di essere ripreso da una telecamera nascosta ha mostrato il dito medio per beffeggiare il controllo. E' uno dei tanti episodi ripresi dagli uomini della Squadra mobile negli uffici dell'Asl di Avellino dove stamani è scattato un blitz anti-assenteismo per 21 indagati tra medici, infermieri e amministrativi. Una "struttura sistemica" di coperture, la definizione del gip di Avellino che ha emesso l'ordinanza di sospensione dalle funzioni nei confronti dei 21 dipendenti infedeli (per 4 di loro sono scattati i domiciliari). Al vaglio degli inquirenti la posizione di altre venti persone. Denunciati anche impiegati che registravano la presenza di colleghi mai passati per gli uffici, che però hanno sempre avuto una condotta irreprensibile. In un caso un impiegato ha "coperto" una collega che risultava assente giustificata. Nell'arco di un anno sono centinaia e centinaia le ore di lavoro retribuite ai dipendenti indebitamente.
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"Avvierò tutte le procedure per il licenziamento. Sono fatti talmente gravi che richiedono un intervento deciso". Il commissario straordinario dell'Asl di Avellino Mario Ferrante assicura che l'operazione della polizia antiassenteismo avrà un seguito anche sul piano amministrativo. "Consegnerò tutti gli atti alla Corte dei Conti per verificare il danno erariale - prosegue Ferrante - perche' bisogna capire che oggi chi ha un posto nella pubblica amministrazione deve salvaguardarlo e comportarsi con lealta' e correttezza". L'indagine è iniziata un anno fa, quando furono eseguiti controlli negli uffici della Asl e diversi dipendenti risultarono assenti dal luogo di lavoro. "Da allora abbiamo attivato dei controlli - precisa Ferrante - ma non potevamo fare i poliziotti".
Non potranno tornare al lavoro per 5 mesi i 21 dipendenti dell'Asl di Avellino indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato. E' quanto disposto nell'ordinanza emessa dal gip di Avellino, Gaetano Sicuranza. La procura della Repubblica di Avellino aveva richiesto gli arresti domiciliari per tutti gli indagati, ma il gip ha ritenuto che la sospensione dall'esercizio dei pubblici uffici fosse una misura cautelare sufficiente per impedire la reiterazione del reato. E il gip, nelle 40 pagine del provvedimento eseguito questa mattina, conferma la gravità del quadro probatorio fornito dagli uomini della polizia di Stato, e in particolare della Squadra mobile della questura di Avellino, e definisce i 'furbetti del cartellino' come una "strutturata organizzazione delinquenziale ai limiti della ravvisabilità di una vera e propria societas sceleris che lambisce l'associazione a delinquere". Nell'ordinanza vengono descritti singoli casi, conteggiate le ore di assenza ingiustificata regolarmente retribuite dall'Asl di Avellino. Un danno che si aggirerebbe nella media intorno al mese di lavoro mai svolto da ogni indagato. La rilevazione degli inquirenti attraverso una telecamera nascosta che inquadrava il sistema di registrazione delle presenze, si riferisce a pochi mesi, anche se l'indagine è cominciata un anno fa. Dipendenti che registravano la presenza di colleghi e altri che, pur recandosi in ufficio, si fermavano nell'atrio solo pochi istanti per poi uscire da un altro ingresso e ritornare solo a fine turno per timbrare l'uscita; pedinando i dipendenti, gli agenti in borghese li vedevano poi svolgere commissioni personali o in prolungate pause caffè. Tra le pause caffè sono però registrati anche "comportamenti fisiologici", come li definisce il gip nell'ordinanza, allontanamenti temporanei di norma tollerati nella pubblica amministrazione se brevi e non ripetuti. (AGI)