Genova - "Al Santo Padre Francesco inviamo con affetto il nostro augurio piu' cordiale per il suo terzo anno di Pontificato e gli assicuriamo la nostra leale obbedienza e la nostra fervente preghiera". Lo ha affermato a nome di tutti i vescovi italiani il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione tenuta a Genova ai lavori del Consiglio Episcopale Permanente, convocato nel capoluogo ligure in vista del Congresso Eucaristico Nazionale del prossimo settembre. Bagnasco ha poi annunciato ai presuli che il Papa "anche quest'anno ci fara' dono della sua presenza all'Assemblea Generale di maggio, dove aprira' i lavori".
Migranti: 330 bimbi morti, che spettacolo dà l'Europa? - "Che spettacolo da' di se' l'Europa?", ha domandato il presidente della Cei, denunciando il perpetrarsi della strage dei migranti mentre molti paesi chiudono le loro frontiere ripetendo che "l'indifferenza globale e' qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio"."Dall'inizio del 2015 sono morte 4.200 persone, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo!", ha ricordato il porporato aprendo a Genova i lavori del parlamentino della Cei. "Puo' l'Europa, culla di civilta' e diritti, erigere muri e scavare fossati?", ha insisitito il cardinale rivolto ai presidenti delle Commisioni Episcopali e a quelli delle Conferenze Episcopali Regionali.
"Davanti a queste tragedie di violenza e di ingiustizia crescono timori, resistenze e, soprattutto, l'indifferenza nell'opinione pubblica mondiale", ha rilevato con sdegno il cardinale. "Noi vescovi, insieme alle nostre comunita', ci facciamo eco dei gemiti di tante vittime innocenti. Facciamo nostra la voce di popolazioni stremate dalle stragi, dalle rovine, dalla totale incertezza", ha assicurato Bagnasco evocando "i volti sfatti e terrorizzati dei bambini e dei vecchi, di questa gente che si sottopone a indicibili fatiche, stenti, pericoli, disposti a sparire fino a perdere la vita. E che spesso non vuole o non puo' piu' tornare indietro". Per Bagnasco, anche se "la vigilanza intelligente e' doverosa, e le nostre Forze dell'Ordine ne hanno dato prova anche in questi giorni" e dunque se "la strategia di integrazione non e' facile", resta aperto il quesito sul tipo di risposta che stanno dando "la Casa europea e le stesse Nazioni Unite", cioe': Ue e Onu "stanno affrontando tale cataclisma umanitario con lungimiranza ed efficacia?".
Di fronte all'emergenza immigrazione, "il nostro Paese e' sempre stato in prima linea, non solo perche' e' la 'porta d'Europa', ma soprattutto ha mostrato da subito generosita' e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna Nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali", ha rivendicato Bagnasco. "Sembra che il Paese, nel suo insieme, stia reagendo alla crisi, ma il cammino si presenta faticoso" anche perche' nell'ambito della politica "la situazione appare complessa, spesso anche litigiosa e distratta". Il cardinale Angelo Bagnasco ha fotografato cosi' il momento che vive l'Italia. "E' l'ora - ha scandito aprendo il Consiglio Episcopale Permanente - di una grande responsabilita', perche' i germogli possano diventare presto raccolto abbondante, perche' l'occupazione, la famiglia e lo stato sociale siano a portata di tutti, specialmente dei giovani che hanno diritto di farsi la propria famiglia". "I beni materiali sono certamente necessari per vivere con dignita', ma esiste un patrimonio invisibile che non ha prezzo e che non si puo' comprare: e' la fiducia, la speranza", ha ricordato il porporato richiamando l'attenzioen dell'opinione pubblica sull'"inverno demografico", documentato dai dati ISTAT del 2015 che, ha sottolineato, "sono i dati peggiori dall'Unita' d'Italia: lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese". Per Bagnasco, "e' il sintomo di una crisi piu' profonda di quella economica". (AGI)