Roma - Si chiama "Jasmine Roots" (radici di gelsomino) la campagna di sensibilizzazione al voto degli elettori sino-italiani per le primarie del Pd a Roma il prossimo 6 marzo. A lanciarla e' stato un gruppo di associazioni cinesi, tra cui Associna che rappresenta gli immigrati di seconda generazione, con l'obiettivo di evitare che i cinesi ai seggi si prestino a "strumentalizzazioni politiche", come accaduto alle primarie di Milano del 7 febbraio scorso quando il voto a Sala suscito' un vespaio di polemiche. "Vogliamo rafforzare la comunicazione verso l'esterno": cosi' Marco Wong, presidente onorario di Associna, all'Agi. Parola d'ordine: trasparenza. "Abbiamo creato una pagina facebook "Jasmine Roots", dalla pianta di origine cinese che ha posto le sue radici in tutto il mondo e che con la sua fragranza allieta la terra che le da' ospitalita'", ha spiegato Marco Wong, che stamattina ha incontrato il primo dei sei candidati alle primarie del Pd, Stefano Pedica. Sicurezza, commercio, rappresentativita': questi i temi che stanno a cuore alla comunita' cinese di Roma composta - secondo l'ultimo censimento - da 15mila persone (300 mila in cinesi in Italia). Gli elettori, prevede Wong, saranno all'incirca un migliaio, considerata l'affluenza di Milano dove si concentra un numero simile di cittadini cinesi. "Vogliamo incontrare tutti i candidati, li invitiamo a fare una chiacchierata sulle primarie - ha aggiunto Wong - Ci presentiamo con una lista di 10 domande e 10 proposte, che poi elaboriamo e illustriamo alla comunita' cinese".
la storia della sensibilizzazione politica dei sino-italiani è più lunga di quello che si possa pensare. Già negli anni ...
Pubblicato da Jasmine Roots su Domenica 21 febbraio 2016
"Le primarie rappresentano un'opportunita' per i cittadini stranieri di partecipare a scelte importanti per il comune" ha detto Wong. I cinesi sono ancora scottati per le "strumentalizzazioni politiche" che ci sono state in occasione de voto di Milano. Questa volta, quindi, il comitato vuole rendere piu' trasparente il processo decisionale degli elettori cinesi, orientarli nel voto senza opacita'. "A Milano la stampa ha parlato di 'truppe cammellate' e 'accordi sottobanco'. Non siamo stati bravi a comunicare con l'esterno. Il dibattito sulle elezioni e' stato chiuso, si e' svolto in cinese all'interno dei social network, soprattutto wechat, molto piu' usato dai cinesi che utilizzano poco, invece, whatsapp e facebook. E cosi' i media ci hanno ignorati. Salvo poi alimentare polemiche all'indomani del voto. Questa volta ci siamo organizzati per tempo".
I cinesi di Roma, in particolare le seconde generazioni, si sentono integrati nel tessuto sociale e hanno le idee chiare. Vogliono una citta' sicura. "Il tema della sicurezza e' molto sentito e ci accomuna ai residenti italiani. Ogni giorno si registrano episodi di furti, talvolta violenti, ai danni di cittadini cinesi. L'ultimo incidente grave si e' verificato poco tempo fa quando un cinese è morto nel rogo di un capannone in via dell'Omo che si sospetta sia stato di origine dolosa". Non solo. La rappresentatività è un altro tema che i cinesi vogliono porre all'attenzione dei candidati alle primarie del Pd. " I consiglieri aggiunti - istituzione creata tempo fa con scarsi risultati - rappresentano una figura politica posticcia, noi vogliamo poter eleggere veri rappresentanti nell'amministrazione pubblica" ha spiegato Marco Wong. L'unico esempio ad oggi e' quello di Angelo Hu, consigliere comunale a Campo Bisenzio, comune confinante con Prato. A preoccupare la comunita' cinese si aggiungono le discriminazioni "de iure o de facto". "La nuova modulistica del 14esimo municipio, per fare un esempio, richiede ai cinesi che intendano affiggere insegne pubblicitarie, una traduzione in cinese fatta non dal richiedente, come nel caso di altre comunita', ma dall'ambasciata cinese che non puo' emettere questo tipo di documentazione". (AGI)