di Vincenzo Marsala
Firenze - La tutela del territorio e del paesaggio come nuova opportunita' di sviluppo e la diffusione di nuove esperienze imprenditoriali per portare nel mondo l'antica sapienza del fare bene: e' questa la filosofia con cui la Toscana punta a internazionalizzare ancora di piu' il "brand" della Regione, non solo nel turismo ma in tutto cio' che viene ideato e prodotto nella terra di Leonardo da Vinci. Imprese avanzate di nicchia, di artigianato del lusso, della ricerca, prosperano nelle aree industriali ma anche nei piccoli centri, nei borghi del territorio rurale, facendo di questa regione di tre milioni e 700mila abitanti una realta' in grado di puntare all'export come poche altre in Italia. E facendo del "Thought in Tuscany", pensato in Toscana, un ideale marchio di eccellenza. "La Toscana e' gia' un brand fortissimo di per se'", sottolinea il presidente, Enrico Rossi, in un'intervista all'Agi, "oggi dobbiamo rovesciare il paradigma: non c'e' solo il 'made in Tuscany' ma c'e' soprattutto quello che viene 'pensato' in Toscana. Tutti siamo stati colpiti dalla recente scoperta delle onde gravitazionali. Bene, un pezzo importante di questa scoperta e' nata nelle campagne della provincia di Pisa, nel laboratorio Ego di Cascina".
O anche "il progetto Galileo di General Electric" che "avra' cuore e cervello in Toscana". "E' una Toscana diversa da quella da cartolina", rileva il presidente, "e' una terra dinamica che fa dell'intelligenza e dell'operosita' la cifra della sua bellezza". E questo approccio ha portato importanti risultati, che negli ultimi cinque anni si sono ulteriormente consolidati sotto la guida di una giunta impegnata a promuovere la dimensione internazionale della Regione. "Alla fine di gennaio - ricorda Rossi - abbiamo chiuso un accordo con General Electric che prevede investimenti per 600 milioni di dollari. Questo e' stato possibile grazie ai buoni rapporti che da vent'anni abbiamo con GE e che dal 2010 abbiamo ulteriormente rafforzato. Nel marzo del 2013 sono stato a Houston, in Texas, proprio per incontrare i vertici di General Electric. Il colosso americano ha un fatturato in Italia di 4,8 miliardi di euro, ben 3,5 arrivano dalla Toscana. Sono cifre importanti per la nostra economia. E' il frutto del lavoro quotidiano che facciamo sull'attrazione degli investimenti internazionali, lavoro che svolgiamo con un ufficio dedicato della presidenza".
Ma la Toscana non guarda solo oltreoceano: "A settembre dello scorso anno sono stato prima in Tunisia e poi in Algeria", racconta Rossi, "von entrambi i Paesi abbiamo importanti rapporti di cooperazione e solide relazioni industriali. In Tunisia lavoriamo insieme alla Francia a sostegno del processo di transizione democratica; in Algeria ho visitato gli impianti di Cevital dell'imprenditore Issad Rebrab, il gruppo che ha rilevato gli impianti della Lucchini di Piombino. Il Mediterraneo e' certamente al centro della nostra azione (ad aprile saro' in Israele e in Palestina) ma oggi occorre uno sguardo piu' ampio, per questo sto lavorando a due importanti missioni negli Usa e in Iran". Il lavoro non e' facile, tra gli ostacoli all'internazionalizzazione che incontrano le Regioni, "il principale e' rappresentato dalla dimensione istituzionale". "Le regioni italiane", osserva Rossi, "salvo rari casi, sono troppo piccole per competere a livello internazionale. Servono scelte coraggiose e nuove, capaci di introdurre una discontinuita' nelle vecchie alleanze territoriali. La Francia l'ha gia' fatto: lo scorso anno ha ridotto da 22 a 13 le proprie regioni. In Germania i Lander piu' piccoli stanno chiedendo di unirsi per ridurre costi e sprechi. La mia idea e' di creare una macro-regione dell'Italia di Mezzo con Toscana, Umbria e Marche: un territorio con oltre 6 milioni di abitanti che rappresenta il 12% del Pil nazionale. Bisogna confrontarsi con questi numeri. Solo cosi' si potra' competere alla pari con le altri grandi regioni europee e con i gestori dei servizi. Poi c'e' il tema delle infrastrutture che nel nostro paese sono carenti: bisogna potenziare i porti, lavorare sull'asse orizzontale che dalla Spagna arriva ai Balcani. Occorrono obiettivi chiari, gli investimenti non vanno dispersi".
La Regione Toscana ha messo in campo molte iniziative per aiutare le imprese del territorio. "Prima un dato: dal 2011 al 2015 abbiamo attirato 2 miliardi di investimenti dall'estero - spiega Rossi - che hanno prodotto piu' di 3mila posti di lavoro diretti. Consideriamo che nello stesso periodo in Italia questi investimenti calavano del 70%. Questo e' stato possibile perche' abbiamo costruito e perseguito una strategia per dialogare con le multinazionali e per cercare nuovi attori economici. Piu' in generale - prosegue il presidente della Toscana - potremmo dire che e' finito il tempo dei finanziamenti a pioggia. Oggi le risorse che ci sono vanno concentrate sulle aziende che funzionano e che investono. In Toscana i fondi europei sono destinati alle imprese sane e dinamiche che sono in grado di confrontarsi con la globalizzazione. Nella nostra regione ci sono 3.500 aziende dinamiche che fanno il 68 per cento del fatturato e che contribuiscono per oltre il 60 per cento al nostro export. Ma la Toscana offre anche altro: aiuti per la ricerca, per l'innovazione e per l'energia con i fondi comunitari, sgravi sul risparmio energetico quando si costruiscono nuovi edifici, la possibilita' di finanziare la formazione. Quando un imprenditore arriva qui, noi garantiamo tempi certi per ottenere tutte le licenze (sei mesi al massimo), mettendo attorno a un tavolo i vari soggetti e le istituzioni coinvolte. Una cosa che puo' sembrare scontata a un investitore straniero. Ma cosi' non e' in Italia e cosi' non era in Toscana solo fino a cinque anni fa. Sul territorio la nostra attenzione e' concentrata sulle aree di crisi: Livorno, Piombino e Massa-Carrara. Come ho detto piu' volte siamo di fronte a due 'Toscane', una piu' forte e una piu' debole, una che e' in piedi ed una che e' piu' ferita e sofferente. Il mio progetto e' semplice: riunire queste due realta'".
E la Toscana, che comprende Firenze e decine di citta' d'arte come Pisa e Siena, che insieme ne fanno una Regione con una fortissima vocazione internazionale, ha una marcia in piu' rispetto a tante altre realta'. "La Toscana in questi anni ha conosciuto un aumento dei flussi turistici. Ma sono convinto che si possa fare di piu' e meglio, soprattutto sul fronte della comunicazione. In questi mesi abbiamo puntato molto sulla Francigena e sono convinto che sara' uno dei motori turistici del futuro. Per i piccoli centri abbiamo invece un progetto ambizioso: promuovere ogni giorno a livello internazionale uno dei 280 comuni della Toscana. L'obiettivo e' puntare a una migliore distribuzione dei flussi. Per questo - conclude Rossi - ci siamo attrezzati riorganizzando anche la nostra agenzia di promozione che dai prossimi mesi si occupera' prevalentemente di turismo". (AGI)