Roma - Anche la ricerca italiana ha avuto un ruolo nella scoperta delle onde gravitazionali, che scrive una nuova pagina per la fisica. L'Osservatorio Gravitazionale Europeo EGO e' responsabile per il funzionamento e la gestione di VIRGO, e' infatti un progetto nato dall'originale idea dell'italiano Adalberto Giazotto e del francese Alain Brillet, e la cui collaborazione scientifica oggi conta circa 250 fisici e ingegneri, di cui la meta' dell'INFN, provenienti da 19 laboratori europei. L'INFN partecipa a VIRGO con le proprie Sezioni presso le Universita' di Pisa, Firenze con il gruppo di ricerca di Urbino, Perugia, Genova, Roma Sapienza, Roma Tor Vergata, Napoli, Padova, e i Centri Nazionali Tifpa di Trento e Gran Sasso Science Institute dell'Aquila. "Questo successo e' il coronamento di un'impresa scientifica da molti considerata al limite dell'impossibile, - sottolinea Gianluca Gemme, coordinatore nazionale INFN di VIRGO - nella quale l'Italia ha costantemente mantenuto un ruolo di leadership a livello mondiale, grazie all'impegno dell'INFN, iniziato nei primi anni '70 del Novecento con le antenne risonanti e continuato dagli anni '90 con l'interferometro VIRGO, che oggi e' uno dei tre strumenti piu' avanzati al mondo per la ricerca di onde gravitazionali". "L'aspetto piu' entusiasmante di questa scoperta - prosegue Gemme - e' che essa non chiude un'epoca ma, anzi, apre una stagione di risultati scientifici di assoluto rilievo, nella quale l'Italia con l'INFN continuera' ad avere un ruolo di primissimo piano".
Presso la sede del Gran Sasso Science Institute, uno degli istituti italiani coinvolti nella ricerca, si e' svolta la diretta streaming della conferenza stampa, in un'affollatissima aula magna, alla presenza di personalita' del mondo scientifico e della politica."E' un momento emozionante e indimenticabile: ho speso 35 anni della mia vita in queste ricerche", dichiara il direttore del Gssi Eugenio Coccia, "ed e' meraviglioso avere in un sol colpo osservato le onde gravitazionali e dimostrato l'esistenza dei buchi neri. L'umanita' acquista un nuovo senso: d'ora in poi non solo vedremo il cosmo, ma ascolteremo le sue vibrazioni, la sua musica". A questa impresa collettiva hanno collaborato 1004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo. L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, di cui il Gssi e' centro di studi avanzati, e' molto rappresentato e sono del Gssi 8 firme, tra cui 6 di giovani ricercatori da Italia, Cina, India e Pakistan. (AGI)