Catania - Arresti, indagati e sequestri milionari, inseguendo la 'pista' dei conti correnti che ha condotto fino in Svizzera, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito. C'e' tutto questo nell'inchiesta 'Icaro' della Guardia di Finanza di Catania che oggi ha portato all'arresto dell'ex patron del catania Calcio Antonino Pulvirenti e di Stefano Rantuccio, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Wind Jet, per il reato di bancarotta fraudolenta, in relazione al dissesto della compagnia aerea.
Le Fiamme gialle hanno eseguito anche misure interdittive e sequestrato beni per una somma che si aggira attorno ai cinque milioni di euro. Disposto dal Gip di Catania anche il divieto temporaneo di esercitare attivita' professionali e imprenditoriali nei confronti di Angelo Agatino Vitaliti, del cda di Wind Jet, Vincenzo Patti e Paola Santagati, rispettivamente presidente del collegio sindacale e commercialista della societa'. I finanzieri hanno eseguito il sequestro preventivo di somme di denaro nei confronti degli indagati anche su conti esteri, individuati in Svizzera.
Tra gli indagati figurano altri manager della compagnia aerea catanese, nonché di società quali DaLe Aviation Ltd', Jmv Aviation, Emintad Italy, azienda di consulenza strategica, e Bompani Audit. La Procura di Catania nel luglio del 2015 aveva indagato 14 persone per il dissesto di Wind Jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato.
Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiurò in quel momento il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di sì dai creditori. Secondo la Procura etnea le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all'aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro "per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005".
Le perdite, sostiene l'accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un'artificiosa operazione di valorizzazione del marchio consistita nella cessione - e retrocessione dopo pochi anni - del marchio Wind Jet in favore della Meridi spa per 10 milioni di euro. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di societa' estere che avrebbero predisposto perizie di stima "di comodo" del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro. (AGI)
(29 gennaio 2016)