Roma - Mentre i social si scatenano con facili ironie sui nudi velati in Campidoglio per non urtare la suscettibilità del presidente iraniano Hassan Rohani, nel mondo politico è bufera.
Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha tenuto a precisare che né lui né il premier Renzi erano stati informati della scelta di coprire le statue. Franceschini ha definito "incomprensibile" la scelta, e ha sottolineato che "ci sarebbero stati facilmente altri modi per non andare contro la sensibilità di un ospite straniero così importante".
Il Campidoglio ha assicurato di non aver avuto nessun ruolo nella vicenda, mentre Palazzo Chigi, attraverso il segretario generale Paolo Aquilanti, ha avviato un'indagine interna per poter accertare le responsabilità e fornire con la massima sollecitudine tutti i chiarimenti necessari relativi all'organizzazione della visita in Campidoglio del leader iraniano.
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Molto duro il commento dell'ex sindaco di Roma ed ex sindaco dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, secondo cui le statue del Campidoglio 'coperte' per il passaggio di Rohani sono un episodio "di una gravita' colossale, una profanazione della cultura, una pazzia totale e un sacrilegio culturale". "Me ne sono accertato - ha detto Rutelli, ospite del programma di Rai Radio2 'Un giorno da pecora' - La responsabilità non è né di Renzi, né di Franceschini. C'è stato una specie di cortocircuito folle di qualche burocrazia protocollare diplomatica. Bisogna trovare il responsabile che deve risponderne. Bastava farlo passare da un'altra parte, ma non si può cancellare una storia". Invece l'episodio, a giudizio di Rutelli, "finira' sulle guide turistiche e sugli annali del Campidoglio: non era mai accaduta una cosa simile. Il Campidoglio ha una simbolicità universale, è un simbolo della libertà democratica".
Quando le statue furone spostate per non inquietare il Papa
Il presidente della regione Toscana ha affidato a Facebook la sua indignazione. "Per piacere scopriamo quelle statue se amiamo il prossimo come noi stessi" - ha scritto sul suo profilo Enrico Rossi -. "Oscurare i nudi scandalosi non e' una novità. Dopo la Controriforma si decise di oscurare i seni del Giudizio Universale di Michelangelo, si misero le camice di Bronzo ai marmi di Bernini. Oggi per la visita della delegazione iraniana in Italia la storia si ripete". " E' una vergogna preventiva sbagliata - ha concluso il governatore toscano - che offende anzitutto le nostre radici. Non è celando la nostra cultura e la nostra libertà che contribuiamo al dialogo e alla convivenza. La vera ospitalità non è nascondere le nostre abitudini ma andarne fieri e orgogliosi".
Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, "Chi ha preso questa decisione deve essere immediatamente licenziato, per i gravi danni all'onore e all'immagine di Roma e dell'intera Italia, e per la figuraccia cagionata al paese a livello mondiale. Presentiamo oggi stesso un esposto alla Corte dei Conti - ha proseguito Rienzi - perché le spese relative alla copertura delle statue siano sottratte alla collettività e addebitate direttamente a chi ha preso tale folle decisione, che deve risponderne in prima persona".
C'è chi ha detto che la vicenda abbia creato qualche imbarazzo anche al diretto interessato, cioè il presidente Rohani, che ha scelto di minimizzare la polemica come "una questione da giornalisti". Rohani ha affermato di non aver chiesto nulla e di "non aver avuto alcun contatto al riguardo" con l'Italia. Poi ha aggiunto: "Gli italiani sono un popolo molto ospitale, che fa di tutto per mettere a propro agio i suoi ospiti. E lo ringraziamo". Intanto lo stesso Rohani, dopo aver incontrato la stampa di buon mattino e una 'puntata' al Colosseo, è ripartito alla volta della Francia, seconda tappa del suo debutto europeo. Si lascia alle spalle la firma di 14 contratti, per un valore di oltre 17 miliardi di euro, e l'assicurazione di voler giocare un ruolo di primo piano a favore della stabilità regionale. "L'Iran è contro il terrorismo e si adopera a tutto campo per contrastarlo", assicura, "e siamo pronti a collaborare". Aggiunge che l'Iran combatte "al-Qaeda, Daesh", cita persino Boko Haram. "E a chi ci chiede aiuto, noi glielo diamo". (AGI)
(27 gennaio 2016)