CdV - "La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al sogno di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell'umanità". Papa Francesco non appoggia il Family day (per questo ha preferito non ricevere il presidente della Cei Angelo Bagnasco alla vigilia del Consiglio Episcopale Permanente nel quale i presuli si esprimeranno sulla manifestazione) ma certo non condivide il tentativo di equiparare le coppie di fatto. anche omosessuali, a quelle legate da un matrimonio. "Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione", ha affermato infatti nel discorso rivolto alla Rota Romana in occasione dell'apertura dell'Anno Giudiziario. Per il Papa, "proclamare il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza dell'istituto familiare" rappresenta "una missione sempre attuale, ma che acquista particolare rilevanza nel nostro tempo". Una risposta a Renzi che pur ammettendo sul tema la libertà di coscienza, ha detto che la legge non è rinviabile? Sarebbe sbagliato leggere così le affermazioni del Papa che con il suo intervento non intendeva rferirsi unicamente al nostro Paese. Ed è un puro caso che l'incontro con la Rota Romana sia avvenuto nel giorno dei 6000 emendamenti al ddl Cirinnà.
Il Pontefice del resto ha detto ai rotali anche che "quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell'amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa". Un'inclusione che Francesco ha esortato a "tenere sempre presente", soprattutto "quando la Chiesa si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli". "Come vorrei che il nostro modo di comunicare, e anche il nostro servizio di pastori nella Chiesa, non esprimessero mai l'orgoglio superbo del trionfo su un nemico, nè umiliassero coloro che la mentalità del mondo considera perdenti e da scartare!", ha scritto del resto nel messaggio per la prossima Giornata delle comunicazioni sociali, reso noto proprio oggi, festa di San Francesco di Sales. Un testo che esorta i pastori ad avere "coraggio per orientare le persone verso processi di riconciliazione".
"è proprio tale audacia positiva e creativa che offre - si legge nel documento - vere soluzioni ad antichi conflitti". Un testo importante che indica un atteggiamento forse diverso da quello che in queste ore sembra maggioritario nel mondo cattolico italiano: la Chiesa, afferma Francesco, deve sempre "affermare la verità con amore. Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori". Invece, "parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa". "è nostro compito - continua il messaggio firmato da Bergoglio - ammonire chi sbaglia, denunciando la cattiveria e l'ingiustizia di certi comportamenti, al fine di liberare le vittime e sollevare chi è caduto". Ma "la verità del Vangelo - che la Chiesa deve proclamare e difendere - è, in definitiva, Cristo stesso, la cui mite misericordia è la misura della nostra maniera di annunciare la verità e di condannare l'ingiustizia". "Siamo chiamati - infatti - a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione". In particolare, per il Papa "è proprio del linguaggio e delle azioni della Chiesa trasmettere misericordia. Si tratta di accogliere in noi e di diffondere intorno a noi il calore della Chiesa Madre". (AGI)
(22 gennaio 2016)