Roma - A quasi trent'anni di distanza, un compagno di liceo di Lidia Macchi, la studentessa di 20 anni uccisa nel 1987 a Varese, è stato arrestato con l'accusa di omicidio. Secondo quanto si apprende, sull'uomo graverebbero "gravi indizi di colpevolezza" anche se, dalle indiscrezioni, non arriva conferma che tra le prove acquisite dal gip di Varese, su richiesta della Procura generale di Milano, non vi sarebbe la prova del Dna.
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Gli investigatori avrebbero lavorato per anni sul caso, seguendo la pista della lettera anonima giunta a casa dei familiari della vittima il giorno dei funerali: secondo quanto trapela, sarebbe stato infatti proprio l'ex compagno di liceo ad inviare la missiva, che conteneva riferimenti precisi sull'uccisione della giovane. La sera del 5 gennaio del 1987 Lidia Macchi, studentessa di Varese, uscì per andare a trovare un'amica ricoverata al vicino ospedale di Cittiglio; due giorni dopo fu trovata morta in un bosco della provincia, sul corpo 29 coltellate. (AGI)
(15 gennaio 2016)