Roma - Tra febbraio e marzo prossimi altri due filoni di indagine legati a 'Mafia Capitale' approderanno in un'aula di tribunale con imputati 'eccellenti' della politica romana e regionale. Il 17 febbraio prendera' il via il processo a carico di Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti accusato, assieme al dirigente della cooperativa 'Sol.Co.' Mario Monge, di un episodio di turbativa d'asta per presunte irregolarita' legate all'appalto per l'acquisizione del servizio Cup (gara poi sospesa dalla stessa Regione a seguito degli arresti del dicembre 2014). La Procura avrebbe voluto che questo segmento di indagine confluisse nel maxiprocesso in corso a Rebibbia ma i giudici della decima sezione del tribunale non sono stati d'accordo: di Venafro e Monge, quindi, si occupera' il collegio della seconda sezione, la stessa davanti alla quale dovra' comparire il 23 marzo Gianni Alemanno.
Rinviato a giudizio dal gup Nicola Di Grazia lo scorso 18 dicembre, l'ex sindaco, che continua a essere indagato a piede libero per associazione di stampo mafioso, deve rispondere di corruzione e finanziamento illecito: tra il 2012 e il 2014, secondo la Procura, avrebbe 'venduto' "la propria funzione" e compiuto una serie di "atti contrari ai doveri d'ufficio" ricevendo utilita' materialmente erogate da Salvatore Buzzi: 75mila euro per cene elettorali, 40mila a titolo di finanziamenti alla fondazione Nuova Italia di cui era presidente e somme in contanti non inferiori a 10mila euro. Quest'ultimo episodio giustifica per gli inquirenti il finanziamento illecito perche' Buzzi avrebbe pagato questa somma cash due anni fa, quando Alemanno era diventato consigliere comunale, "senza la deliberazione dell'organo sociale competente e senza l'iscrizione della erogazione a bilancio". (AGI)
(7 gennaio 2016)