Roma - Lo smog uccide: sono circa 30mila i decessi in Italia ogni anno solo per quanto riguarda il particolato fine (PM2,5). I circa 30mila decessi rappresentano, incidenti esclusi, il 7% di tutte le morti. Sono questi i dati piu' rilevanti del progetto Ccm Viias (Valutaziine Integrata dell'Impatto dell'Inquinamento Atmosferico sull'Ambiente e sulla Salute) finanziato dal Centro Controllo Malattie del Ministero della Salute e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio con la collaborazione di Universita' e Centri di ricerca. Per quanto riguarda i mesi di vita persi, l'inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi: 14 per chi vive al Nord, 6,6 per chi abita al Centro e 5,7 al Sud e isole. I dati dicono che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti e' costantemente sopra la soglia di legge, cosa particolarmente evidente proprio in questi giorni, ma evidenziano anche considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari dell'inquinamento sul territorio italiano. E' colpito maggiormente il Nord (per il 65% del totale), le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali. Anche la combustione di biomasse - principalmente legno e pelle - e' responsabile della maggiore incidenza di morti e malattie per l'esposizione al particolato. Altro dato che emerge e' che il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11mila vite l'anno. Gli scenari mostrano come l'effettivo rispetto dei limiti previsti dalla legge e soprattutto l'ulteriore diminuzione del 20% della concentrazione media annuale degli inquinanti, avrebbero ricadute positive sulla salute pubblica e sull'economia: seguendo le statistiche dell'Oms, infatti, diecimila decessi evitati all'anno sono pari a circa 30 miliardi di euro. Non solo, in quanto il progetto Ccm Viias mostrato come la riduzione significativa delle emissioni avvenuta negli ultimi dieci anni non si sia sempre tradotta in un abbassamento proporzionale delle esposizioni, soprattutto in quelle aree del Paese caratterizzate da condizioni meteorologiche difficili. Sarebbe necessario quindi, secondo gli esperti, porre la salute al centro di tutte le politiche, secondo le indicazioni dell'Oms. In ultimo sono da sostenere gli interventi per una mobilita' sostenibile, come la ciclabilita' ed il trasporto pubblico ecologico; particolare attenzione meritano i veicoli a diesel che inquinano e sono responsabili per oltre il 90 per cento delle emissioni di biossido di azoto e di una quota importante di particolato nel settore trasporti. Anche il comparto agricolo non e' immune da emissioni che vanno tenute sotto attento monitoraggio e contrastate. (AGI)
(22 dicembre 2015)