(AGI) - Firenze, 13 dic. - "Chi pensa di strumentalizzare la vita delle persone deve fare pace con se stesso, ma chi pensa di strumentalizzare la morte delle persone mi fa schifo". L'affondo di Matteo Renzi arriva dopo quaranta minuti di discorso in cui il premier aveva portato avanti una sorta di fact checking dell'ultimo anno di governo. Un crescendo quasi rossiniano, cominciato con i ringraziamenti ai volontari della Leopolda, proseguito con la prefigurazione di una Italia vincente capace di fare esclamare "piu' wow e meno mah", e terminato, appunto con la difesa sua, del ministro Maria Elena Boschi e dell'intero suo governo dagli attacchi di chi ha attribuito la morte di Luigino D'Angelo, suicida dopo aver perso i suoi risparmi investiti in obbligazioni, alle scelte del governo. Non solo: Renzi si e' soffermato anche sulle accuse dello scrittore Roberto Saviano al ministro Maria Elena Boschi: "Chi parla di favoritismi insulta persone perbene. Dal governo nessun favoritismo". E il premier non esita a citare la vicenda che riguarda suo padre: "Mio padre ha ricevuto un avviso di garanzia 15 mesi fa. Abbiamo detto a lui che nessuno dubitava di lui, i suoi figli e i suoi nipoti. Da allora, per due volte, la Procura ha chiesto di archiviare; ma passera' il Natale ancora da indagato. Non diro' una mezza parola, ho fiducia sui magistrati. Ma mio padre mi accusa di sbagliare strategia, che dobbiamo andare all'attacco. Noi non perderemo mai il sorriso, non consentiremo mai a un titolo di giornale di rovinarci la giornata, a chi pensa di farci arrabbiare dico che non ci avrete, aspetteremo sempre il tempo che c'e' da aspettare . Mai nessuno ci fara' desistere. Non abbiamo scheletri nell'armadio e, comunque, quel decreto lo rifarei domani mattina". Un intervento che, malgrado la forza dei toni, e' stato meditato a lungo. Nella stretta cerchia del presidente del consiglio, i parlamentari a lui piu' vicini, c'e' la convinzione che qualcuno abbia suggerito a Saviano quelle parole, che lo scrittore abbia agito su mandato per colpire la donna-simbolo del governo e, cosi' facendo, colpire Renzi stesso. Rimane da capire chi sia il mandante di questo attacco, si tende ad escludere la pista interna al partito, quella che porta alla minoranza dem. Qualche deputato presente in platea alla Leopolda invita a guardare ai Cinque Stelle che nei prossimi giorni depositeranno una mozione di sfiducia per il ministro Boschi. L'affondo del premier non risparmia la Lega. Il Carroccio non viene citato esplicitamente e tuttavia il riferimento a quelle "banche di partito che sono rimaste al verde" non lascia alcun dubbio sul destinatario del messaggio. Prima del presidente del consiglio era stato il ministro Padoan, salito sul palco per rispondere al 'question time' della Leopolda, a fare il punto della situazione sulla vicenda banche. "Il provvedimento del governo ha salvato un milione di depositanti, 12 miliardi di depositi, 200 mila imprese che hanno crediti e 6000 lavoratori degli istituti bancari", ha spiegato il titolare di viale XX Settembre: "Il sistema bancario italiano e' grande e solido: in Germania 250 miliardi di soldi pubblici alle banche, in Italia no. Ci sono quattro nuove banche che hanno preso il posto delle banche che erano in difficolta' e queste hanno i conti puliti. Questo e' il vero dato, non pretestuosita'", ha sottolineato. (AGI)