(AGI) - Roma, 21 lug. - Sono state le violente percosse subitealla testa e al volto a innescare "una catena di eventi" chehanno portato alla morte Alberto Bonanni, il musicista di 29anni aggredito il 26 giugno del 2011 mentre si trovava conalcuni amici nel quartiere Monti e deceduto dopo oltre tre annitrascorsi in coma vegetativo. E' quanto ha sottolineato il pooldi esperti (un medico legale, un neurochirurgo e un radiologo)nominati dal gip Tiziana Coccoluto nell'incidente probatoriodisposto nell'ambito dell'inchiesta-bis per omicidio volontarioaperta dalla procura di Roma con la morte del ragazzo dopo chequattro imputati, accusati di aver preso parte a quella rissa,erano gia' stati condannati (tra i 9 e i 13 anni di reclusione)per il reato di tentato omicidio. Bonanni, al momentodell'aggressione, era portatore di una neoplasia cerebrale disecondo grado, asintomatica, e quelle percosse, secondo iperiti, "erano idonee e sufficienti, qualitativamente equantitativamente, a causare l'aumento dell'effetto massa dellaneoplasia stessa". "Se il trauma avesse agito su un encefalosano - hanno spiegato i medici che saranno sottoposti acontroesame il 14 settembre prossimo - secondo le leggiscientifico-statistiche non avrebbero condotto al coma e allamorte". Nei tre anni e mezzo intercorsi tra l'aggressione e ildecesso, Bonanni, a detta degli esperti, "ha presentatonumerose complicanze settiche soprattutto a livello polmonareche hanno compromesso negativamente e in modo irreversibile lafunzionalita' di cellulare, tessuti e organi vitali". Secondoquanto emerso dagli atti dell'inchiesta, il coma si manifesto'a distanza di circa 18-20 ore dall'ingresso di Bonanni alpronto soccorso dell'ospedale San Giovanni: il ragazzo avevariportato "un trauma facciale con fratture del pavimentodell'orbita e della parte mediale del seno mascellare didestra". Il decesso giunse il 7 dicembre del 2014. .