AGI - La Conferenza sul Futuro dell'Europa è un esprimento e una scommessa. Puntare sulla partecipazione dei cittadini comuni per disegnare insieme il futuro dell'Unione. Non mancavano le perplessità al lancio dell'iniziativa, in un momento in cui l'ondata euroscettica sembrava non risparmiare nessuno. I cittadini coinvolti hanno però, ancora una volta, sorpreso la politica.
Gli ottocento sorteggiati per fare parte di questo esprimento di democrazia partecipativa non solo hanno dimostrato un impegno e una dedizione senza pari, ma le prime raccomandazioni che hanno presentato alla plenaria della Conferenza, che si è tenuta venerdì e sabato a Strasburgo, mettono nero su bianco un'ambizione per un'Europa più unita, più equa e più verde che superano persino le ambizioni dei politici più europeisti.
"Sono molto colpita da ciò che i cittadini hanno detto. Sono molto interessati e molto impegnati, soprattuto per quanto riguarda la democrazia europea e il suo stato attuale". Dichiara all'AGI la vice presidente della Commissione europea, Dubravca Suica, co-presidente del comitato direttivo della Cofoe. Un esempio per tutti la transizione ecologica. "I cittadini non solo sostengono tutto quello che stiamo facendo alla Commissione europea per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico, con il Green deal, mi ci spingono persino ad anticipare le nostre scadenze per il taglio della Co2 del 2030 e del 2050, quando l'Europa sarà climaticamente neutrale. Non penso sarà possibile ma vedremo", spiega Suica.
L'impegno degli europei comuni ha superato anche "lo scettiscimo ceco" della vice presidente della Commissione, Vera Jorouva. "Penso che dopo questo forte messaggio la politica dell'Ue debba essere molto più aperta e molto più comprensibile perché c'è una forte richiesta per una comunicazione migliore, di maggiore coinvolgimento dei cittadini, di mantenere l'attenzione su cosa stia facendo l'Europa", sottolinea. "Tra le richieste più ricorrenti in plenaria dai cittadini è proprio quella di sapere che cosa stiamo facendo", spiega. "Le Istituzioni dovranno aprirsi di più, comunicare di più, accettare una maggiore partecipazione. Valuteremo se mantenere aperta la piattaforma digitale", aggiunge.
"I cittadini stanno dimostrando di essere molto più avanti della politica e delle Istituzioni perché quello che chiedono è un'Europa davvero sostenibile, che avvii davvero la transizione ecologica, con coraggio, con visione, senza scorciatoie", conferma l'eurodeputata dei Verdi, Eleonora Evi.
"Le raccomandazioni dei cittadini sono molto ambiziose: parlano della riforma delle Istituzioni, del loro modo di funzionare. I cittadini chiedono di cambiare il nome del Consiglio nel Senato dell'Unione, che ha anche dei significati politici per come la vedo io, chiedono una politica transnazionale, chiedono di superare l'unanimità, chiedono un meccanismo permanente all'elaborazione delle proposte legislative e referendum paneuropei, hanno parlato addirittura di Costituzione europea, di riaprire la discussione", puntualizza il capo delegazione del Pd al Parlamento europeo, Brando Benifei.
Il giudizio positivo sulla Conferenza non è unanime. I conservatori continuano a ritenerla un'iniziativa fallimentare. Per dirla con le parole dell'eurodeputato di Fdi-Ecr, Carlo Fidanza, la ritengono "un esercizio abbastanza inutile e molto dispendioso". "Credo che alla fine la rappresentatività vera, la democrazia vera, risieda nelle democrazie nazionali, nel corpo elettorale, nei cittadini che eleggono i loro rappresentanti alle elezioni europee o alle elezioni nazionali quando scelgono il proprio governo che siede al Consiglio europeo", sostiene Fidanza.
"Prima le forze che non credevano nella Conferenza, quelli come Fidanza, che dicono 'ma è uno spreco di soldi, di tempo', ci dicevano che dovevamo ascoltare i cittadini. Ora, quando questi cittadini hanno chiesto cose molte radicali e trasformative, i conversatori stanno provando a deligimittare il processo, a deligittimare il sistema", ribatte Benifei che pretende di più dalla Cofoe.
"Bisogna iniziare a dire chiaramente che questa conferenza deve sfociare in una convenzione per la riforma dei trattati per dare risposta alle raccomandazioni dei cittadini", esorta. "I cittadini ci chiedono un'Europa più forte, più unica, più efficace, che con i trattati vigenti non è possibile. Molte cose si possono fare a trattati vigenti, molte altre no", spiega.
Sui trattati il dibattito è molto aperto. Anche all'interno della Commissione. Jourova afferma "che nessuno ha mai detto che sia impossibile toccare i trattati se la maggioranza dei cittadini lo chiederà". Il suo collega, Maros Sefcovic, sostiene invece che sia "un processo legislativo lungo e complesso" e che "si possono fare tante cose, com'è stato dimostrato durante la crisi Covid, senza toccare i trattati".
Tutti d'accordo però sulla necessità di prendere in considerazione le proposte dei cittadini. "La loro parola conta perché ogni proposta che verrà fatta, ogni raccomandazione, dovrà essere considerata, magari messa da parte, ma dovrà essere presa in considerazione. Ed è importantissimo questo processo", ribadisce l'eurodeputata del Pd, Patrizia Toia.