Il Centro studi di Confindustria prevede un rallentamento dell’economia italiana nel biennio 2018-2019, anticipato e più ampio rispetto alle stime del dicembre 2017. Il tasso di crescita del Pil è previsto attestarsi quest’anno all’1,3%, dall’1,5% del 2017, e decelera ulteriormente all’1,1% nel 2019. La crescita – sottolinea il Csc nello Scenario economico – si delinea più lenta del previsto. Pesa l’incertezza internazionale e nazionale (dazi Usa, instabilità geopolitica, turbolenze dei mercati finanziari in alcuni paesi emergenti, avvio della legislatura italiana, effetto spread su altri paesi europei), il rallentamento globale, nonché il rallentamento dell’export italiano e degli investimenti privati. A livello internazionale, il Centro studi di Confindustria rileva che le nuove politiche protezionistiche degli Stati Uniti creano incertezza sul futuro degli scambi mondiali, influenzati negativamente anche dalle tensioni geopolitiche, in particolare conseguenti all’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare con l’Iran. “Le esportazioni – si legge nel rapporto – aumenteranno meno della domanda mondiale nel 2018, per la prima volta dal 2013. Il Paese tornerà, dunque, a perdere quote di mercato”. Secondo il Csc, i dazi sono un errore e non servono: piuttosto sono necessari interventi degli organismi multilaterali in particolare Wto, per ridurre pratiche scorrette come quelle della Cina: inserire misure unilaterali è controproducente.