Tutor spenti in autostrada da oggi. Dopo la vertenza scattata il 10 aprile tra Autostrade per l'Italia e la Craft, l'azienda che ne rivendica i diritti sul brevetto, il funzionamento dei Tutor sulla rete autostradale, gestito dalla Polizia stradale, è stato sospeso in attesa della definizione del contenzioso.
A imporre lo spegnimento dei Tutor è stata una sentenza della Corte d’Appello di Roma che costringe Autostrade per l’Italia a provvedere alla eliminazione del sistema di sorveglianza, la cui dislocazione sul territorio nazionale è consultabile qui.
Secondo i giudici, come riporta Repubblica, “costituisce contraffazione del brevetto di cui è titolare una piccola azienda di Greve in Chianti, la Craft, fondata da un ex tecnico della Galileo Romolo Donnini”. Secondo il Fatto Quotidiano, la società fiorentina di Donnini aveva anche chiesto un risarcimento da 7,5 miliardi di euro, una cifra che non verrà corrisposta.
L’inventore: “Rifiutai l’offerta, troppo bassa”
Secondo RaiNews il brevetto, numero 013.10318, inizialmente si chiamava Sicve. Donnini, intervistato da Radio Capital, ha spiegato la vicenda chiarendo di aver brevettato il Tutor nel 2000. Qualche anno dopo si scoprì che “Autostrade per l'Italia aveva un sistema di controllo della velocità media dei veicoli uguale al mio”, ha ricordato l’uomo. Cercarono di trovare un accordo, ma l’ipotesi di cedere alla società che gestisce la rete italiana, però, non andò in porto: “Mi proposero di vendergli il brevetto. Chiesi 1 milione e mezzo di euro, mi offrirono 150 mila euro. Ovviamente rifiutai”. Ognuno per la sua strada.
Autostrade ha introdotto il Tutor nel 2005, ricostruisce La Stampa. Una novità che “ha cambiato il nostro modo di guidare”, riducendo drasticamente “il numero di morti sull’asfalto nei tratti in cui il sistema è attivo”.