Ancora una volta, è in occasione di eventi elettorali che si manifestano degli scostamenti significativi nelle intenzioni di voto. Eventi come le recenti elezioni amministrative, conclusesi domenica scorsa con i ballottaggi. Essi inducono i cittadini a sentirsi maggiormente coinvolti nella sfera politica: anche quei cittadini che a votare non vanno, e nonostante il crescente tasso di astensione. Questo effetto si verifica – come abbiamo visto di recente – anche quando le elezioni riguardano un paese straniero, ma fanno molta notizia in Italia: si tende a ripesare il proprio giudizio e le proprie preferenze (e quindi, talvolta, anche la propria intenzione di voto) sulla base di ciò che avviene nel proprio Paese o nel mondo, e di cui i media ci riferiscono.
Se dovessimo interpretare chi sono i vincitori e chi gli sconfitti di queste Amministrative, la Supermedia di questa settimana ci dà più di un indizio.
Se nella scorsa puntata avevamo rilevato un calo del Movimento 5 stelle e una leggera ripresa del centrodestra, oggi la tendenza si mostra ancor più accentuata. Cominciamo proprio dal M5S, che ci risulta in calo di oltre un punto (1,1%), confermando l’impressione che i risultati non esaltanti del primo turno (10% complessivo come lista, solo 10 ballottaggi su 160 raggiunti) avessero avuto un effetto leggermente deprimente sull’elettorato grillino. Ma lo stesso si può dire anche del Partito Democratico: che rimane in prima posizione (con un vantaggio lievissimo, pressoché irrilevante statisticamente) ma perde ancora di più rispetto al mese scorso, segnando un calo di 1,3 punti. Dal momento che i sondaggi su cui si basa la Supermedia di oggi sono stati realizzati a cavallo del giorno del voto, è probabile che le (forti) polemiche interne al PD dovute all’esito deludente di molti ballottaggi avranno un ulteriore effetto negativo sulle intenzioni di voto verso i democratici. Lo potremo verificare già dalla settimana prossima.
Chi invece si avvantaggia di questa congiuntura è, anche questa settimana, il centrodestra. Sia Forza Italia che Lega Nord crescono dell’1,1 per cento: considerando anche Fratelli d’Italia (stabile al 4,6%) il centrodestra nel suo complesso passa dal 30,1% al 32,4%. Un aumento piuttosto sensibile che è difficile non attribuire – almeno in parte – alla buona performance della coalizione alle Amministrative e il conseguente effetto “galvanizzante” sul proprio elettorato. Chi sembra anche tornato in discreta forma, dopo che le passate settimane avevano fatto segnare un trend in declino, è Art.1 – MDP, che risale dal 3,1 al 3,7 per cento. Anche in questo caso è possibile che le difficoltà del PD abbiano avuto un ruolo: magari non quelle direttamente collegate alle Amministrative, quanto piuttosto le reazioni al decreto Minniti e alla paventata reintroduzione dei voucher (in altra forma) nella “manovrina”. Le oscillazioni relative ai centristi di AP e a Sinistra Italiana (entrambe nell’ordine dei due decimali) non sono significative da un punto di vista statistico.
Stiamo dunque assistendo a una nuova tendenza, che da questo momento vedrà la crescita del centrodestra e il calo dei due “frontrunner” PD e M5S? Come al solito, è presto per dirlo. A questa consueta precisazione, questa settimana ne va aggiunta un’altra: infatti, complice il “black out” imposto agli istituti di sondaggio nei 15 giorni pre-elettorali, nelle ultime settimane i sondaggi sulle intenzioni di voto nazionali sono usciti con il contagocce. Questo nulla toglie alla validità delle tendenze rilevate oggi, sia chiaro (gli scostamenti con il mese scorso sono pressoché identici anche limitandosi a considerare solo gli istituti da cui abbiamo calcolato l’odierna Supermedia). Ma è giusto avvertire il lettore che, per parlare di tendenza in atto, è bene attendere anche che riprendano a uscire altre rilevazioni, opportunamente aggiornate.