Nell’ultimo mese la politica italiana è stata incredibilmente ricca di polemiche – come e più del solito, si direbbe. Il tasso di bellicosità si è inevitabilmente alzato quando si è deciso di mettere mano alla legge elettorale, peraltro mediante un accordo trasversale (tra PD, centristi, Forza Italia e Lega Nord) che ha spaccato la maggioranza e incontrato fortissime resistenze in gran parte dell’opposizione.
Più che la polemica su Bankitalia o il pur importante referendum in Lombardia e Veneto è stata probabilmente la “guerra” intorno alla nuova legge elettorale (il Rosatellum approvato ieri) ad aver influenzato maggiormente il clima d’opinione e le intenzioni di voto verso i partiti. In questo senso, sembra che lo scontro frontale non abbia giovato granché ai principali protagonisti.
Nella nostra Supermedia dei sondaggi, il Movimento 5 stelle è primo anche questa settimana, con il 27,2%. Le vicende dell’ultimo mese però (l’incoronazione di Luigi Di Maio a candidato premier, la furiosa battaglia contro il Rosatellum) non sembrano aver minimamente influito sui consensi al Movimento, né in meglio né in peggio. Parafrasando un adagio, se Sparta non ride, Atene piange: il Partito Democratico scende, seppur di un soffio, sotto quota 27%: è il peggior risultato rilevato dalla nostra Supermedia da quando Renzi ha (ri)conquistato la segreteria con le primarie del 30 aprile scorso. Complessivamente, i due partiti maggiori sembrano danneggiarsi a vicenda con le quotidiane, reciproche polemiche: l’indice di “bipartitismo” (ossia la % di voti raccolta da entrambi) tocca il punto più basso da inizio anno: il 54,1%. A gennaio, per dire, era intorno al 59%.
Chi invece è messo decisamente bene è il centrodestra, che con i suoi tre partiti ha “coperto” con efficacia tutte le questioni emerse di recente. Cominciamo con il rilevare che il dato aggregato (33,6%) costituisce il record per la coalizione in questo 2017. Un dato figlio della buona percentuale di Forza Italia, che si è rimessa al centro dei giochi con il Rosatellum e con Berlusconi ha preso anche una posizione molto netta sul caso Bankitalia: non sorprende quindi che il partito faccia a sua volta segnare il suo miglior dato annuale, sfiorando il 14%. Bene anche la Lega, che ha imposto i suoi temi in posizione di centralità nell’agenda politica con i referendum sull’autonomia e fa registrare un buon 14,8%. Anche Fratelli d’Italia torna a far “rumore”, e anche qui sulla legge elettorale: ma stavolta per motivi opposti, e cioè contestando fortemente il Rosatellum per l’assenza delle preferenze.
Tra i partiti minori, ci sono da registrare poche variazioni, statisticamente irrilevanti. A sinistra, sia MDP che Sinistra Italiana si tengono poco sopra il 3 e il 2 per cento rispettivamente. Alternativa Popolare vale circa il 2,3%. Tutti questi soggetti da oggi sono accomunati da una necessità che diventerà sempre più urgente: costruire un’offerta politica – fatta di leader, programmi, candidati e soprattutto alleanze – in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche della nuova legge elettorale.