In Umbria la sfida è aperta. Quando manca poco meno di un mese al primo grande test elettorale da quando si è insediato il nuovo Governo (il Conte-bis), i dati del sondaggio Quorum/YouTrend in esclusiva per Agi dicono che la sfida per la Regione sarà un testa a testa: tra Donatella Tesei, candidata a capo di una coalizione di centrodestra (Lega-FI-FdI) e Vincenzo Bianconi, candidato espresso da un’inedita alleanza giallo-rossa PD-M5S – su cui si regge l’esecutivo nazionale ma che per la prima volta è anche un’alleanza elettorale a tutti gli effetti. Entrambi i candidati superano il 40% dei consensi, e sono separati da pochi punti (47,2% per la Tesei, 43,1% per Bianconi).
I temi
In Umbria la legislatura regionale si è interrotta in anticipo a causa dello scandalo sulla sanità che ha segnato la fine della giunta guidata da Catiuscia Marini (PD). Non sorprende quindi vedere come gli umbri mettano la sanità al secondo posto tra i temi più rilevanti che dovrebbero essere affrontati dalla politica (anche a livello nazionale, sia pure meno che a livello locale). Al primo posto, come spesso avviene, troviamo i temi del lavoro e dell’occupazione – in Italia come in Umbria.
Se non si riscontrano differenze particolari tra il piano nazionale e quello regionale, tra gli elettori dei diversi partiti le priorità variano: ad esempio, per gli elettori del Movimento 5 Stelle risultano più importanti temi come l’ambiente, la cura del territorio e la ricostruzione delle aree terremotate; viceversa, per gli elettori leghisti le preoccupazioni relative alla sicurezza e all’immigrazione sono più diffuse rispetto alla media.
Il governo
Tra gli elettori umbri il Governo Conte riceve il 40,9% di giudizi positivi, un dato sostanzialmente in linea con quello rilevato a livello nazionale (40%). Ma, così come a livello nazionale, anche in Umbria il gradimento del governo è estremamente legato all’orientamento politico: se i giudizi positivi superano l’80% tra gli elettori di partiti di maggioranza (85% tra chi vota PD, addirittura l’87% tra gli elettori del M5S), essi precipitano tra chi vota un partito di centrodestra, fermandosi addirittura al 6% tra gli elettori della Lega.
La campagna elettorale per le Regionali
Questo il contesto “generale”. Venendo più in dettaglio alle Regionali, notiamo come quasi la metà degli elettori umbri dichiara di aver seguito “molto” o “abbastanza” la campagna elettorale nelle ultime settimane. Gli elettori più “attenti” da questo punto di vista sembrano essere quelli del PD e del centrodestra (oltre il 60% ha seguito la campagna) mentre al contrario i più “distratti” – ad eccezione di chi si dichiara indeciso o astenuto – sono quelli del Movimento 5 Stelle.
Le modalità di informazione
Già, ma come si stanno informando gli elettori su questa campagna? Anche in Umbria riscontriamo una netta prevalenza del mezzo televisivo: sono i telegiornali – nazionali e locali – la fonte di gran lunga più utilizzata dagli umbri per le informazioni sulla campagna elettorale in corso. Le fonti online sono molto più indietro, citate al massimo da poco più di un elettore su cinque: meno della stampa cartacea, da tempo in declino in tutta Italia ma che in Umbria si piazza al quarto posto con un 29,4% che dichiara di averne fatto uso.
Anche qui l’analisi degli elettorati ci dice qualcosa di più: in questo caso, scopriamo che – nonostante la penetrazione molto scarsa (13%) a livello generale – tra gli elettori di Lega e M5S i social sono più usati rispetto a ciò che avviene negli altri partiti.
Fiducia nei leader
Matteo Salvini è il leader politico nazionale con il maggior tasso di fiducia: il 41%, 10 punti sopra il dato rilevato la scorsa settimana a livello nazionale. Fa meglio rispetto alla media nazionale anche il segretario PD Nicola Zingaretti con il 32%, mentre Matteo Renzi è – anche qui – molto basso, con un indice di fiducia fermo al 15%. Da segnalare il dato di Giuseppe Conte: nonostante sia una figura “istituzionale” non facilmente ascrivibile a un partito politico, il suo indice di fiducia (mediamente molto alto, secondo solo a quello del Capo dello Stato Sergio Mattarella) è estremamente variabile a seconda degli elettorati; così, se l’84% di chi vota PD ha fiducia nell’attuale Presidente del Consiglio, tale percentuale arriva a sfiorare l’unianimità (94%) tra gli elettori M5S. il leader del Movimento Luigi Di Maio è invece in difficoltà, al 23%: un dato più alto di quello di Renzi, ma molto più basso di quello di Salvini o Zingaretti. Inoltre, Di Maio è forte solo tra gli elettori del suo partito (tra i quali fa segnare un buon 86%) mentre è debolissimo nel centrodestra e solo il 38% degli elettori PD lo promuove.
Tra i leader locali (in rosso nel grafico) spicca il dato fortemente negativo dell’ex Presidente di Regione Catiuscia Marini (13%). L’estrema impopolarità della Marini potrebbe risultare un fattore chiave, se verrà usata in campagna elettorale come “arma” verso i candidati percepiti come maggiormente in continuità con la sua esperienza. Discreto invece il dato di Tesei e Bianconi, entrambi poco sotto il 40%: in questo caso è però significativo il fatto che i due principali candidati alla guida dell’Umbria non siano ancora conosciuti da un buon 30% degli elettori della loro regione.
L’alleanza giallo-rossa in Umbria
Sull’alleanza tra PD e M5S, vera novità di questa tornata elettorale, i giudizi si dividono: il 37,5% la valuta positivamente, il 43,6 negativamente. Anche in questo caso, comprensibilmente, assistiamo a una polarizzazione delle opinioni: l’alleanza giallo-rossa riceve giudizi positivi dall'86% degli attuali elettori Pd e dal 75% degli attuali elettori 5S (anche se tra questi ultimi solo il 6% la valuta “molto” positivamente). Totalmente opposte le opinioni tra gli elettori del centrodestra, tra i quali più del 70% boccia l’intesa che ha portato alla candidatura di Bianconi.
Intenzioni di voto
Donatella Tesei è in lieve vantaggio: la candidata del centrodestra può contare in questo momento sul 47,2% dei consensi, contro il 43,1% di Bianconi. Claudio Ricci, che fu già candidato del centrodestra alla guida della Regione nel 2015, raccoglie il 6,2%. Nonostante si tratti di un consenso piuttosto esiguo, potrebbe tuttavia risultare decisivo: se dovesse togliere voti alla Tesei, Ricci potrebbe essere l’ago della bilancia di queste elezioni.
Gli altri candidati raccolgono meno del 2% dei consensi ciascuno, mentre quasi il 15% degli aventi diritto si dichiara ancora indeciso e il 18,2% afferma che non andrà a votare.
I flussi di voto dalle Europee
I dati del sondaggio consentono di elaborare anche un quadro dei flussi di voto rispetto alle Europee di maggio, da cui si possono evincere ulteriori indicazioni di grande interesse. Innanzitutto, una grandissima parte degli elettori orienta effettivamente la propria preferenza in base al partito votato lo scorso maggio: così, oltre il 60% di chi alle Europee votò il M5S oggi si dichiara propenso a orientare per Bianconi, dato che tra gli elettori del PD raggiunge addirittura l’83%.
Anche fra chi aveva votato i tre principali partiti di centrodestra una quota nettamente maggioritaria (dal 64% di FI all’84% di FdI) converge sulla preferenza verso Donatella Tesei. Claudio Ricci pesca i suoi consensi in modo più trasversale: ad oggi lo sceglie il 14% di chi a maggio aveva votato Forza Italia, ma anche il 17% degli elettori di Più Europa.
Dal grafico si evince come vi sia una quota non irrilevante di elettori ancora indecisi o addirittura propensi ad astenersi: i flussi più robusti verso queste due ultime categorie sembrano provenire dalla Lega, che a maggio era stata il partito nettamente più votato anche in questa regione. Interessanti anche i flussi “inversi”: questi ci dicono che Bianconi è il candidato con il maggior appeal (15%) tra chi alle Europee non andò a votare.
Il voto alle liste
A differenza di quanto avviene in altre regioni, in Umbria la legge elettorale non consente il voto disgiunto. Il voto ad una lista si trasferisce automaticamente al candidato Presidente e – dal momento che si vince ottenendo anche un solo voto in più degli avversari – il ruolo di traino delle liste può risultare decisiva più che in altre occasioni. L’impossibilità del disgiunto non sembra però frustrare gli orientamenti degli elettori umbri: dal sondaggio emerge infatti come la somma dei voti alle liste in favore di ciascun candidato sia pressoché equivalente ai voti verso i candidati stessi. Così, le liste di centrodestra totalizzano il 47,8% (con la Lega primo partito al 34%) a fronte del 47,2% della Tesei, mentre PD, M5S e liste alleate si fermano poco sotto il 43% (il dato di Bianconi è invece 43,1%). Dentro quest’area, il “derby” tra PD e M5S è vinto nettamente dai democratici, che supererebbero il 30%, tre volte tanto i voti dei pentastellati, fermi (per ora) al 10%.
Chi vince?
I pronostici degli elettori in Umbria rispecchiano piuttosto fedelmente gli orientamenti di voto: circa un terzo degli intervistati sostiene infatti che il candidato con le maggiori chance di vittoria sia Donatella Tesei, mentre uno su quattro ritiene che il favorito sia Bianconi. Anche da questi numeri emerge un certo equilibrio in questa sfida, considerando anche che la maggioranza relativa del campione non indica un candidato favorito rispetto agli altri.
Ripercussioni sul Governo
Infine, il sondaggio ha chiesto agli umbri se questo voto può avere ripercussioni sulla tenuta del Governo nazionale. Se il candidato espressione della neonata (ed inedita) maggioranza giallo-rossa dovesse essere sconfitto, l’esecutivo ne sarà indebolito? La pensa così in realtà solo il 28% dei rispondenti.
Interessante, anche qui, la differenza nelle risposte tra i vari elettorati: in questo caso emerge come gli elettori del centrodestra (e di Lega e FdI, in particolare) siano molto più persuasi di un rapporto di consequenzialità tra la vittoria del loro candidato (Tesei) e delle ripercussioni sul piano nazionale. Non c’è dubbio, quindi, che per questi elettori il voto avrà una doppia valenza: non solo per eleggere una nuova giunta regionale più vicina alle proprie posizioni, ma anche per dare un segnale politico di tipo nazionale.
Sondaggio svolto tra il 25 e il 27 settembre 2019 con metodologia mista CATI/CAMI su un campione di 1000 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Umbria, indagata per quote di genere ed età, stratificate per titolo di studio. L’errore campionario è pari a +/- 3,1%, con un intervallo di confidenza del 95%.