La scorsa settimana c’è stata una vera e propria “pioggia” di sondaggi. L’occasione, del resto, era ghiotta: testare il peso di “Liberi e Uguali”, la nuova formazione di sinistra che ha fatto il suo debutto ufficialmente scegliendo come leader il Presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha anche mostrato il simbolo della lista in durante un’intervista in diretta televisiva domenica sera. Questa settimana la nostra Supermedia è quindi piuttosto “robusta”, potendosi basare sulle rilevazioni di ben 9 istituti differenti.
Vediamo subito i numeri: continua a restare in prima posizione il Movimento 5 stelle, con il 27,2%. Come ormai da molti mesi, il M5S rimane estremamente stabile; visti gli sviluppi recenti che hanno interessato le altre formazioni politiche, questa stabilità è quasi sorprendente; il M5S dovrebbe essere (in teoria) il partito che per definizione si basa sul voto d’opinione, quindi più “volatile”: ma al contrario sembra mostrare una solidità nei consensi da fare invidia ai mitici “partiti strutturati” della Prima repubblica.
Non si può dire lo stesso dell’erede per eccellenza di quella tradizione partitica: il PD tocca anche questa settimana il suo valore più basso dell’anno (24,4%), anche se nelle ultime settimane sembra aver frenato la sua caduta. Sarà molto interessante capire se il partito di Matteo Renzi ha davvero “toccato il fondo” e se riuscirà o meno a invertire la tendenza nelle prossime settimane.
Va molto meglio nel centrodestra, e in particolare a Forza Italia, che si conferma sui valori più alti dell’anno (sopra il 15%) e soprattutto in terza posizione, staccando la Lega di 2 punti esatti. Infatti, il partito di Salvini rimane al 13,5% e comincia a mostrare – come vedremo – segni di nervosismo. L’altro partner della coalizione, Fratelli d’Italia, è stabile con un buon 5%. Nel complesso l’area di centrodestra (compresi i soggetti minori, che concorreranno al bottino della coalizione anche se non otterranno seggi) sfiora il 36%, nettamente davanti rispetto agli altri.
Il “quarto polo” sembra essere ufficialmente la neonata lista Liberi e Uguali: l’ampia copertura mediatica legata al lancio ufficiale della nuova formazione fa sì che oggi venga stimata sopra il 6%, in aumento di oltre 1 punto rispetto alla somma dei due principali soggetti costituenti (MDP e Sinistra Italiana) rilevata un mese fa.
Il gran numero di sondaggi pubblicati di recente conferma, per molti versi, le tendenze che stavano emergendo nelle ultime settimane: una flessione del PD, una crescita di Forza Italia ai danni della Lega, una stabilità “passiva” del M5S. La novità più recente riguarda proprio l’aumento del valore che riguarda il principale tra i soggetti alla sinistra del PD, ossia Liberi e Uguali. Un aumento che, se avvenisse a spese dei democratici alle prossime elezioni, danneggerebbe questi ultimi a vantaggio di centrodestra e M5S nei collegi uninominali. Non è un caso che la nuova strategia mediatica del partito guidato da Matteo Renzi sia quella di evitare in tutti i modi i confronti televisivi con gli esponenti di LeU: ufficialmente, perché “gli avversari sono gli altri”; ma, soprattutto, perché il rischio di perdere voti a vantaggio della formazione di Grasso in una lotta fratricida in campagna elettorale è troppo grande.
Ma i numeri di questa settimana (e di quelle passate) sembrano aver provocato anche un’altra conseguenza: la guerra tra Salvini e Berlusconi, ufficialmente dichiarata dal primo con il pretesto (?) dell’affossamento in Senato della legge che inaspriva le pene per i reati di violenza.
Difficile non vedere un nesso con la recente risalita di Forza Italia nei sondaggi, un brutto colpo per le velleità leaderistiche di Salvini. L’accordo interno alla coalizione di centrodestra, infatti, prevede che in caso di vittoria il candidato premier sia indicato dal partito che prende più voti.
Una condizione che Berlusconi ha accettato quando ancora la Lega era avanti nei sondaggi, anche se di pochi punti. Ma che adesso si ritorce contro il suo ideatore, proprio quel Salvini che ora alza i toni contro l’alleato per cercare di frenare l’emorragia di elettori verso Forza Italia, e magari farne tornare qualcuno sui propri passi. Ed è facile prevedere che le tensioni aumenteranno quanto più ci si avvicinerà al momento di spartirsi le candidature nei collegi uninominali previsti dal Rosatellum…