Anche questa settimana nei sondaggi si conferma il trend positivo per il centrodestra e negativo per i partiti di governo: per la precisione, si tratta della terza settimana consecutiva in cui la nostra Supermedia rileva una crescita per la Lega e Fratelli d’Italia e un calo sia per il Partito Democratico che per il Movimento 5 Stelle. Il partito di Matteo Salvini guadagna quasi un punto in due settimane (+0,8%) portandosi di nuovo sopra il 33% (non accadeva da prima della crisi di governo agostana).
Per il PD quello odierno (18,7%) è lo stesso dato registrato in occasione delle deludenti Politiche 2018, nonché il peggiore da quando Nicola Zingaretti è diventato segretario. Non va meglio al M5S, che perde l’1,2% in 15 giorni e torna su valori analoghi al risultato (decisamente negativo) delle Europee dello scorso maggio.
Questa volta il partito con il saldo migliore è Fratelli d’Italia, che guadagna un punto esatto e sale al 9,2%. Secondo alcune rilevazioni recenti (Ipsos, EMG) il partito di Giorgia Meloni è ormai arrivato a sfiorare la soglia del 10%. Tutti gli altri partiti sono stabili, con variazioni minime.
Il dato di Lega e FDI contribuisce quasi interamente al deciso balzo in avanti della coalizione di centrodestra, che torna a superare il 50% e distanzia nettamente l’area di governo giallo-rossa, ferma al 43,1%. Dalla nascita del Governo Conte II, quando le due aree erano pressoché equivalenti, in meno di due mesi il divario si è allargato fino agli attuali 7 punti e mezzo. Un dato del tutto coerente con gli indicatori di gradimento e/o fiducia verso l’attuale esecutivo, che nelle ultime settimane risultano in calo secondo pressoché tutti gli istituti demoscopici.
Non si tratta però di un calo “simmetrico”: a venir meno, in particolare, sono i consensi verso la componente “gialla” della maggioranza, ossia il Movimento 5 Stelle: se si riaggregano i consensi ai partiti in base alle coalizioni delle elezioni politiche 2018, infatti, notiamo come negli ultimi mesi l’area di centrosinistra sia sostanzialmente stabile – se non addirittura in leggero rialzo – dal momento che le perdite del PD e di + Europa sono state più che compensate dalla nascita della renziana Italia Viva. Nonostante ciò, una riedizione della coalizione progressista che si presentò al voto nel 2018 ad oggi sarebbe quasi doppiata dal centrodestra.
I dati che abbiamo appena visto non riflettono (ancora) le ricadute sull’opinione pubblica dell’evento principale con cui la politica italiana è attualmente alle prese, ossia la questione ILVA-Arcelor Mittal, esplosa negli ultimissimi giorni. In attesa di apprezzare eventuali effetti nelle prossime settimane, possiamo già dare conto di due sondaggi realizzati da EMG: per la stragrande maggioranza (60%) degli italiani intervistati dall’istituto di Fabrizio Masia, la chiusura dell’ILVA sarebbe una “pessima notizia” per l’economia, a fronte di un 21% che la giudicherebbe una notizia “positiva per l’ambiente”; in ogni caso, la responsabilità della chiusura sarebbe da attribuire principalmente alla politica, ossia al governo attuale (32%) o a quelli precedenti (30%), piuttosto che ad Arcelor Mittal (27%).
Altra notizia delle ultime ore è che il prefetto di Milano ha assegnato una scorta alla senatrice a vita Liliana Segre (sopravvissuta da bambina ai campi di concentramento) a tutela della sua incolumità, dopo i moltissimi messaggi di odio che ha ricevuto in rete. Tutto è iniziato con il controverso voto con il Senato ha approvato, la settimana scorsa, una mozione firmata dalla stessa Liliana Segre per l’istituzione di una Commissione speciale per il contrasto dei linguaggi d’odio. Una decisione su cui la netta maggioranza degli italiani – pur con sfumature diverse a seconda dell’orientamento politico – sembra trovarsi decisamente d’accordo.
La questione è divenuta però politica (e di conseguenza “divisiva”) per la decisione dei senatori del centrodestra di astenersi in occasione della suddetta votazione. Una decisione, secondo Ixè, non condivisa dal 60% degli italiani – ma promossa, invece, da 6 elettori della Lega su 10. Sui rischi di “strumentalizzazione politica” della Commissione, paventati dal centrodestra per giustificare la decisione dei propri senatori, si può discutere. Ma sulla percezione degli italiani in merito alla diffusione di un clima di crescente intolleranza, le opinioni sono decisamente meno polarizzate. Il 73% degli intervistati da EMG ritiene che l’antisemitismo sia un problema anche in Italia; secondo SWG, il 42% degli italiani ritiene che il fenomeno sia in crescita, mentre per un altro 37% l’antisemitismo sarebbe un fenomeno con “una presenza costante nell’opinione pubblica”.
Anche il 34% degli intervistati da Ixè è dell’opinione che l’antisemitismo si stia “diffondendo in modo pericoloso” tra gli italiani, nonostante il 36% ritenga che esso sia presente ma “limitato a piccolissime minoranze”. In ogni caso, è molto diffusa la percezione di un crescente clima di intolleranza nel nostro Paese, e la necessità di mettere sotto scorta Liliana Segre sembra esserne una triste conferma. Il tempo ci dirà se l’istituzione della Commissione speciale votata al Senato sia un passo nella giusta direzione per contrastare questo fenomeno.