Nelle ultime settimane la politica italiana è stata quasi monopolizzata dalle polemiche intorno alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES, o ESM in inglese). Una questione che, come si è accennato nella precedente Supermedia, fatica a scaldare i cuori degli italiani, che in buona parte non hanno capito esattamente di cosa si tratti.
A capo dello schieramento anti-MES ci sono senz’altro la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Pur senza raggiungere i livelli di antagonismo di questi due partiti, si registra un certo scetticismo anche nel Movimento 5 Stelle, che in certi casi è sfociato in aperta contestazione nei confronti del Governo Conte (di cui il M5S fa parte) e del leader Luigi Di Maio.
Ma questa agenda, così incentrata su una questione tecnica e che riguarda l’integrazione europea, non sembra far bene né a Salvini né a Di Maio: secondo la nostra Supermedia dei sondaggi di questa settimana, infatti, entrambi i partiti perdono ancora terreno. La Lega arretra di ben un punto in due settimane, mentre il M5S lascia sul campo lo 0,4% nello stesso periodo. Continua invece a crescere FDI, che si conferma sopra il 10% (+0,7%).
Nonostante queste variazioni, i due schieramenti principali che si fronteggiano in Parlamento (maggioranza giallo-rossa e opposizione di centrodestra) vedono sostanzialmente invariati i rapporti di forza, con il centrodestra avanti di quasi 8 punti. È vero che la coalizione trainata dalla Lega nel complesso perde terreno (il calo infatti coinvolge anche Forza Italia) ma nella maggioranza di governo la crescita della sinistra non riesce a compensare il calo sia del M5S che del Partito Democratico (-0,6%).
Osservando le tendenze di lungo periodo, notiamo come l’area progressista stia pian piano risalendo la china, a spese – verosimilmente – del Movimento 5 Stelle. Ad oggi, se riaggreghiamo le intenzioni di voto attuali in base alle coalizioni che si sono presentate alle Politiche 2018, il centrosinistra supera il 27%, e arriva a sfiorare il 30% se aggiungiamo il dato della sinistra radicale, anch’essa oggi parte della maggioranza a sostegno di Conte. Del centrosinistra così considerato fanno certamente parte sia Più Europa sia il nuovo partito di Carlo Calenda, Azione, che oggi sale al 2% dopo l’esordio all’1,5% della settimana scorsa; entrambi questi soggetti vanno però considerati all’opposizione del governo, poiché si dichiarano alternativi sia al centrodestra che al Movimento 5 Stelle.
In questo quadro, la novità su cui tanti osservatori stanno puntando il loro sguardo è il fenomeno delle “sardine”, ossia il movimento – che per ora si è solo limitato a organizzare grandi manifestazioni di piazza – nato per contestare la politica di Matteo Salvini e della Lega.
Fin dall’inizio, nei giorni successivi alla prima manifestazione convocata a Bologna, le sardine hanno destato l’attenzione di elettori e addetti ai lavori: non potevano mancare quindi i sondaggi con cui si è provato a stimare la conoscenza – e il consenso – di questo fenomeno di mobilitazione politica “in carne e ossa”.
Secondo un primo sondaggio, realizzato da EMG il 20 novembre, il 46% riteneva che le sardine fossero “una fiammata destinata a spegnersi in fretta”. Del resto, stando a una rilevazione di Noto effettuata in quegli stessi giorni, solo il 50% degli italiani dichiarava di conoscerle (di cui il 22% bene e il 28% solo per sentito dire).
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Le sardine hanno da subito diviso gli italiani, in base uno schema piuttosto “classico”: piacciono agli elettori di sinistra, molto meno a quelli di destra. Già il 26 novembre Ixè rilevava un 37% di elettori che ne condividevano posizioni e iniziative, percentuale che raggiungeva l’83% tra gli elettori del Pd e il 64% tra quelli del M5S, mentre il 76% degli elettori della Lega dichiaravano invece di non apprezzarle.
Era praticamente inevitabile che gli istituti di sondaggio si cimentassero nella sfida di stimare anche il potenziale elettorale di un’ipotetica “lista delle sardine”. E infatti, nonostante i “leader” del movimento (o piuttosto, gli organizzatori delle manifestazioni) abbiano smentito di voler fondare un partito, le stime si sono moltiplicate: già il 24 novembre un primo sondaggio di Noto mostrava un 10% di elettori “sicuri” di votare per un simile partito. Tre giorni dopo, EMG registrava un 17% di elettori potenziali: tra i soli elettori del Pd e del M5S tale percentuale saliva rispettivamente al 27 e al 20 per cento.
Ma i potenziali elettori delle sardine non verrebbero solo da Pd e M5s: secondo Ixè (3 dicembre) la quota di italiani che voterebbe questo movimento sarebbe pari al 7,5%, ma di questi un 2,7% sarebbe costituito da elettori indecisi o astenuti. Anche Noto ha effettuato una stima con un doppio scenario: secondo questo sondaggio, il partito delle sardine varrebbe in effetti il 12%: ma in questo caso il 5% sarebbe venuto da elettori che altrimenti avrebbero scelto il Pd, un altro 4% da elettori M5s e il resto da elettori di movimenti minori (come Italia Viva e Azione).
Anche in questo caso non c’è traccia di potenziali voti provenienti dal centrodestra. Se si presentassero alle elezioni, quindi, le sardine potrebbero certamente aspirare a un risultato importante: secondo il sondaggio di Demos per La Repubblica, la somma di elettori certi e di quelli probabili ammonta addirittura al 27% del corpo votante; ma questo non potrebbe comunque alterare – almeno per ora – i rapporti di forza tra centrosinistra (o giallo-rossi) e centrodestra.
Le sardine potrebbero quindi, se lo volessero, fondare un nuovo soggetto politico in grado di ottenere un buon seguito, ma ascrivibile interamente all’area di centrosinistra, senza riuscire a “pescare” in modo trasversale. Ciò vale anche per la composizione demografica: secondo l’inchiesta di Demos, il bacino potenziale delle sardine raggiunge il 50% tra gli elettori più giovani (con meno di 30 anni) ed è più alto della media (33%) anche tra chi possiede un titolo di studio alto (laurea o oltre).
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 28 novembre al 11 dicembre dagli istituti EMG, Ixè, Demos, Euromedia, Noto, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 12 dicembre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.