AGI - Dopo una “rincorsa” di alcune settimane, il Partito Democratico riesce infine a incassare i benefici dell’effetto bandwagon successivo alle elezioni amministrative, che i democratici hanno vinto in tutte le principali città.
Nella nostra Supermedia dei sondaggi, infatti, questa settimana assistiamo ad un sorpasso alquanto clamoroso – per quanto non del tutto inatteso – del PD su Fratelli d’Italia. La crescita dei dem nelle ultime due settimane non è stata particolarmente impetuosa (+0,4%) ma è sufficiente a compiere il sorpasso, visto che FDI nello stesso periodo ha lasciato per strada oltre mezzo punto (-0,6%). Un risultato, questo, figlio del divario estremamente contenuto che c’è tra i principali partiti del nostro Paese ormai da molti mesi a questa parte.
Il PD si ritrova ad essere il primo partito (sia pure solo virtualmente) per la prima volta dall’ormai lontano 2017, prima di venire superato dal Movimento 5 Stelle e prima del tracollo avvenuto in occasione delle elezioni Politiche del 4 marzo 2018. Il tutto avviene in concomitanza con una lieve flessione di FDI, che ri-scende sotto il 20% per la prima volta in 4 mesi.
Era da diverse settimane che i consensi al partito di Giorgia Meloni sembravano aver smesso di crescere, e i più recenti sviluppi (le polemiche sulle frequentazioni discutibili di alcuni suoi esponenti locali, ma soprattutto le pesanti sconfitte nei principali comuni in cui si è votato un mese fa) non hanno certo aiutato.
Anche per la Lega il momento continua a non essere brillante, con il partito di Matteo Salvini che per la seconda settimana di fila si ferma sotto il 19%. Tutti gli altri partiti sono sostanzialmente stabili, con la parziale eccezione di Forza Italia che (per i motivi visti [LINK https://www.agi.it/politica/news/2021-10-29/sondaggi-partito-democratico-sale-mentre-lega-scende-14361219/ ] la settimana scorsa) guadagna quasi mezzo punto.
Si tratta della terza volta, da quando è iniziata la legislatura, che avviene un avvicendamento per la palma di primo partito: la prima volta fu la Lega a superare il movimento 5 Stelle, nell’ormai lontana estate 2018; più di recente, dopo oltre 3 anni in testa, è stata la Lega a cedere il primato a FDI; infine, dopo poco più di due mesi, la stessa FDI ha passato il testimone al PD.
Per correttezza, va sottolineato che queste variazioni non sono particolarmente significative, dal punto di vista statistico. Con 3 partiti racchiusi in 2 punti percentuali, basta una normale oscillazione statistica nei sondaggi per passare dal primo al terzo posto (o viceversa). Politicamente, fregiarsi del titolo di “primo partito d’Italia” può certamente avere una sua importanza, ma si tratta di un primato a tutti gli effetti virtuale e senza alcuna conseguenza pratica su piani più concreti, come ad esempio la consistenza dei gruppi parlamentari o l’influenza sulle scelte del Governo.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, l’aggiornamento del peso relativo delle diverse aree presenti nel governo Draghi ci dice che negli ultimi mesi si è rafforzata la componente giallo-rossa (cioè quella che sosteneva il precedente esecutivo guidato da Conte, escludendo Italia Viva), che ad oggi sarebbe perfino elettoralmente più “forte” – seppur di poco – rispetto al momento in cui Mario Draghi fu incaricato di dar vita al governo di unità nazionale.
Per contro, la componente di centrodestra si conferma essere quella che “soffre” maggiormente il sostegno a un esecutivo di questo tipo, con un calo complessivo di oltre 4 punti rispetto a febbraio – peraltro, quasi tutti attribuibili alla flessione della Lega, ossia il partito più “rumoreggiante” tra quelli che fanno parte di questa componente.
La flessione del centrodestra emerge anche se si considerano i raggruppamenti elettorali “classici”: un’eventuale coalizione tra FDI, Lega, Forza Italia e altri soggetti minori centristi varrebbe ad oggi il 47,9%, in calo di mezzo punto nelle ultime due settimane.
Eppure, proprio il centrodestra ha conseguito di recente una netta vittoria sul piano parlamentare, con l’approvazione della “tagliola” che ha bocciato l’iter del disegno di legge Zan. I sondaggi, però – lo abbiamo già visto la settimana scorsa – mostrano che su questo tema specifico il centrodestra è ben poco in sintonia con l’opinione prevalente nel Paese. Se vorranno evitare che la palma di primo partito – per quanto virtuale, per quanto simbolica – rimanga troppo a lungo nelle mani del Partito Democratico, , in cui le loro posizioni possano trovare un consenso maggiore nell’opinione pubblica.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 21 ottobre al 3 novembre, è stata effettuata il giorno 4 novembre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati.
I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 28 ottobre), EMG (data di pubblicazione: 2 novembre), Piepoli (data di pubblicazione: 28 ottobre), SWG (date di pubblicazione: 25 ottobre e 1 novembre) e Tecnè (data di pubblicazione: 30 ottobre). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.