Le vicende politiche delle ultime settimane, con le polemiche che hanno spaziato a tutto tondo – dalla fretta con cui il Governo ha inviato il PNRR a Bruxelles al discorso di Fedez in favore del ddl Zan, passando per la revisione del coprifuoco – sembrano aver prodotto qualche effetto sulle intenzioni di voto, accentuando le tendenze che avevano cominciato a palesarsi.
L’odierna Supermedia dei sondaggi è quindi ricca di elementi degni di nota. A cominciare dalla Lega, partito che occupa ancora la prima posizione ma che perde sei decimali e scende per la prima volta sotto il 22% come non capitava esattamente tre anni a questa parte (con la differenza che nel 2018 il trend per il partito di Salvini era quello di una rapida ascesa). In seconda posizione c’è ancora il PD, il partito che ha guadagnato di più nelle ultime due settimane (+0,6). In termini di consensi, solo con i dati di oggi i democratici possono dirsi pienamente ripresi dallo shock causato dalle improvvise dimissioni di Nicola Zingaretti: dopo diverse settimane, la “cura Letta” – fatta di rinnovamento interno con una maggiore attenzione verso le donne e una strategia di contenimento della Lega in seno al Governo – sembra aver prodotto i suoi effetti. Altra novità è quella che riguarda Fratelli d’Italia, che fa segnare un (ennesimo) nuovo record salendo per la prima volta sopra il 18% e arrivando a meno di 3 punti e mezzo dalla vetta. Ad oggi, la sfida per la palma di prima forza politica sembra ristretta a questi 3 partiti.
Un po’ più staccato il Movimento 5 Stelle, ancora alle prese con i problemi (anche legali) dopo il “divorzio” con l’associazione Rousseau, e che per questo motivo si trova ancora in una sorta di “terra di nessuno”: formalmente, il primo partito italiano per numero di parlamentari si trova nella paradossale situazione di non avere un leader, e di non essere in grado di farselo votare dai propri iscritti, dei quali non possiede materialmente gli elenchi. L’incertezza si fa sentire sul piano dei consensi: ad oggi il M5S varrebbe solo poco più del 16% dei voti, mentre le rilevazioni che citano esplicitamente l’ipotesi di un Giuseppe Conte leader a tutti gli effetti vedono il Movimento tra il 19 e il 20 per cento.
Tra i partiti minori c’è da segnalare il dato, ancora in calo, di Italia Viva. Con il suo leader Matteo Renzi costantemente al centro di polemiche (l’ultima, quella su un presunto incontro “segreto” con l’ex 007 Mancini in un Autogrill) IV fatica a riprendersi, e anzi sembra perdere un po’ di terreno settimana dopo settimana.
Un altro elemento da sottolineare è il dato aggregato dei partiti che compongono la “iper-maggioranza” che sostiene il Governo Draghi: questa settimana scende per la prima volta sotto il 75%, e non si tratta certo di un segnale allarmante (la compattezza della maggioranza e la conseguente efficacia dell’azione dell’esecutivo si misurano in ben altro modo) ma che evidenzia come, in questo frangente, a beneficiare di un esecutivo di unità nazionale siano le forze che hanno deciso di chiamarsene fuori, a sinistra (con Sinistra Italiana) ma soprattutto (con FDI) a destra.
Vediamo allora come si posizionano gli italiani rispetto alle questioni su cui si è divisa la politica italiana di recente. Innanzitutto, vale la pena notare come sia in continua evoluzione l’atteggiamento nei confronti del coprifuoco. Già la scorsa settimana avevamo visto come si era registrata un’evoluzione a favore del posticipo di questa restrizione alle ore 23 (dalle 22 attuali). Ad oggi, secondo i dati di EMG, questa tendenza si è ulteriormente accentuata, e sarebbe esattamente un italiano su due a essere favorevole a questa soluzione “di compromesso”. Per contro, diminuirebbe la quota di chi vorrebbe lasciarlo invariato alle 22, mentre si registra sempre una quota minoritaria (circa 1 su 5) di elettori che ne auspicano l’abolizione tout court.
Sondaggio EMG per @agorarai
— YouTrend (@you_trend) May 6, 2021
Per la metà degli italiani il coprifuoco andrebbe posticipato alle 23. Il dato è in netta crescita (+12 punti) rispetto a una settimana fa.
Uno su quattro (25%) vorrebbe invece mantenerlo alle 22, mentre il 22% vorrebbe abolirlo.
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Quanto visto sul coprifuoco non implica però che gli italiani siano diventando sempre più “aperturisti”: anzi, secondo un sondaggio dell’istituto Ipsos gli italiani in maggioranza (53%) si dichiarano preoccupati che i propri concittadini possano interpretare le riaperture come un’occasione per abbassare la guardia, aumentando il rischio di circolazione del virus. Lo stesso sondaggio ci dice anche come la pensano gli italiani in relazione all’altro “casus belli” dell’ultima settimana, ossia il ddl Zan. Un provvedimento molto contestato dal centrodestra (ma non solo) e che però – forse anche complice la campagna social a sostegno del disegno di legge – sembra avere molti più italiani a favore (49%) che contro (31%).
(1) I sondaggi di Nando Pagnoncelli #Ipsos @NPagnoncelli pic.twitter.com/U1lW3wWO6m
— diMartedì (@diMartedi) May 4, 2021
Del resto, gli italiani sembrano in netta maggioranza (57%) convinti che nel nostro Paese esista oggettivamente un problema di discriminazione delle minoranze, siano esse tali per la loro etnia, la loro religione o il loro orientamento sessuale. Solo il 30% ritiene che questo problema sia insussistente, e sollevato “solo dagli intellettuali”. Anche questi numeri spiegano il sostegno a una proposta di legge (il ddl Zan appunto) che, pur con tutte le sue criticità – non da ultime i limiti dello strumento scelto – si pone come obiettivo dichiarato quello di combattere la discriminazione delle persone non eterosessuali.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 22 aprile al 5 maggio dagli istituti EMG, Ipsos, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 6 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.