AGI - Con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri di mercoledì, il Governo Draghi ha varato le nuove norme sul contrasto alla pandemia che saranno valide a partire da lunedì prossimo. L’esecutivo punta a porre fine alla grande incertezza causata da anticipazioni, retroscena, fughe in avanti e smentite (ormai un classico della dinamica istituzionale nel nostro Paese) che aveva iniziato a minare il consenso da parte dei cittadini, anche quello verso lo stesso Presidente del Consiglio.
Il clima interno all’esecutivo, secondo quanto riportano molte fonti, non è però molto sereno. Principale oggetto del contendere è la misura relativa al coprifuoco, rimasto in vigore – ad orario invariato, le 22 – anche nelle nuove disposizioni. A premere per una sua modifica, ritardandone l’orario di applicazione, era la Lega di Matteo Salvini, i cui esponenti in CdM si sono infatti astenuti in occasione della votazione finale sul decreto, in disaccordo con la linea del premier Draghi, che ha parlato di un “precedente grave”.
Diversi osservatori attribuiscono questo segnale di nervosismo da parte di Salvini alle dinamiche registrati dai sondaggi. In effetti, una tesi di questo tipo sembra trovare conferma nella Supermedia di oggi, in cui la Lega scende al 22,2% perdendo lo 0,7% in due settimane. Lo stesso 0,7% viene guadagnato, invece, da Fratelli d’Italia, che fa segnare un – ennesimo – record arrivando a sfiorare il 18% (17,9%). In seconda posizione c’è sempre il Partito Democratico, che con Enrico Letta è risalito lievemente collocandosi al 18,8%, mentre il Movimento 5 Stelle resta sostanzialmente stabile, appena sotto il 17%.
Non è affatto da escludere che il video “shock” con cui Beppe Grillo si è scagliato contro i magistrati per difendere il figlio (rinviato a giudizio per violenza sessuale) abbia delle conseguenze in termini di consensi al M5S, vista la forte eco mediatica e le forti polemiche che si sono scatenate. Ma per il momento i sondaggi non possono ancora mostrare gli effetti di un evento avvenuto, del resto, solo pochi giorni fa.
Nelle “zone inferiori” della classifica riservata alle liste, ci sono alcuni movimenti degni di nota. Innanzitutto, il calo delle forze liberali e centriste: Italia Viva perde mezzo punto, mentre +Europa (-0,4%) è ormai fanalino di coda, poco sopra l’1%. A sinistra continua a “sbiadire” il dato di Articolo 1-MDP, soprattutto se confrontato con quello di Sinistra Italiana, partito con cui MDP ha condiviso il percorso in Parlamento nel gruppo Liberi e Uguali, prima che le due strade si dividessero (MDP nel Governo Draghi, Sinistra Italiana all’opposizione). Anche in questo caso, non si può escludere che le polemiche delle ultime settimane nei confronti del Ministro Speranza (leader di MDP), sfociate nella presentazione di una mozione di sfiducia, abbiano avuto un effetto sui consensi – invero già esigui – del movimento che nacque da una scissione alla sinistra del PD promossa da Bersani e D’Alema.
Nel complesso, è tutto l’insieme dei partiti di maggioranza a risentire del clima delle ultime settimane. Il calo maggiore, come visto, è quello della Lega, ma nel complesso il consenso ai partiti che appoggiano l’esecutivo cala di oltre 2 punti in due settimane, scendendo ad un – pur ragguardevole – 75,1%. Degni di nota sono due elementi non immediatamente visibili: il primo è che i partiti che in Parlamento rappresentano l’opposizione (FDI a destra, SI a sinistra) ad oggi arrivano a toccare il 20% dei consensi, per quanto – com’è ovvio – non siano politicamente “sommabili”; il secondo elemento è la crescita di quella categoria residuale di partiti che nei sondaggi va sotto la voce generica “altri” e che di norma si colloca tra il 3 e il 4%; oltre ai Verdi (questa settimana in leggera crescita con l’1,8%) si tratta di tutta una serie di micro-sigle, di vario orientamento, che singolarmente non raggiungono l’1% e che probabilmente intercettano elettori scontenti degli attuali partiti sia di maggioranza che di opposizione; è un insieme che ad oggi vale quasi il 5% e che varrà la pena tenere d’occhio nelle prossime settimane.
Ma cosa ne pensano gli italiani delle questioni più scottanti relativi al tema delle riaperture (o delle restrizioni) su cui è intervenuto il Governo? Innanzitutto, con riferimento al tema più “caldo”, quello del coprifuoco alle 22, bisogna dire che si tratta certamente di un tema divisivo, ma su cui la maggioranza degli elettori sembra condividere la decisione dell’esecutivo. Secondo il sondaggio più recente di EMG, il 51% degli italiani lo manterrebbe invariato, mentre un altro 18% lo manterrebbe ma ritardandolo (la posizione della Lega) e il 26% lo abolirebbe invece del tutto.
Sondaggio EMG per @agorarai
— YouTrend (@you_trend) April 22, 2021
La metà degli italiani (51%) vorrebbe mantenere l'inizio del #coprifuoco alle 22. Uno su quattro (26%) vorrebbe invece eliminarlo del tutto, mentre il 18% vorrebbe posticiparlo.
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Secondo lo stesso sondaggio, la maggioranza relativa degli italiani conserva un atteggiamento prudente: il 40% ritiene che riaprire gradualmente a partire dal 26 aprile sia “presto”, mentre solo il 21% ritiene che sia “tardi” (e che quindi bisognasse iniziare a riaprire prima). Circa un terzo, infine, considera “giusta” la data prescelta (32%). Attenzione però, perché non si tratta di orientamenti spalmati in modo omogeneo tra tutta la popolazione. L’istituto SWG ha effettuato una ricerca specifica tracciando il profilo degli “aperturisti” e dei “rigoristi”.
I primi sarebbero pari al 12% della popolazione, ma sarebbero più numerosi tra gli uomini, tra chi ha un’età compresa tra i 40 e i 55 anni, tra i lavoratori autonomi e, dal punto di vista politico, da chi si colloca a destra o nel centrodestra. Effetto (o causa?) della polarizzazione che si sta creando intorno alla nuova “linea di frattura” della politica italiana, a dire il vero emersa già un anno fa durante il primo lockdown.
In generale, secondo Ipsos, sono più numerosi gli italiani che esprimono un giudizio positivo dell’operato del Governo (50%) rispetto a quanti lo giudicano eccessivamente “rigorista” (38%).
I sondaggi di Nando #Pagnoncelli a #dimartedì#COVID19 #vaccino #governoDraghi #Figliuolo @NPagnoncelli pic.twitter.com/7hSHxlLxrf
— diMartedì (@diMartedi) April 13, 2021
Maggioritaria è anche la quota di chi giudica positiva l’indicazione del generale Figliuolo a commissario straordinario, in sostituzione di Domenico Arcuri (47% contro 33%). Ma l’andamento complessivo della campagna vaccinale viene bocciato dal 56% degli italiani, un dato che non sorprende dal momento che siamo ancora molto lontani dalle 500 mila vaccinazioni giornaliere previste per aprile secondo il piano dello stesso generale Figliuolo.
Nel complesso, però, le misure decise dal Governo (o quantomeno la loro “direzione”), sembrano incontrare il favore della maggioranza degli italiani, nonostante il calo dei consensi che sta riguardando i partiti che fanno parte della maggioranza e la crescita del principale partito di opposizione.
Come si spiega questo apparente paradosso? Da un lato c’è sicuramente la consapevolezza, ormai diffusa dopo oltre un anno di pandemia, che la gestione dell’emergenza sanitaria è un affare estremamente complesso e che ha poco a che vedere con gli orientamenti e le ideologie politiche; dall’altro, basta osservare i numeri: se anche il livello di soddisfazione per le misure governative arrivasse al 60% a fronte di un 40% di insoddisfatti, la maggioranza di Governo si compone di un gran numero di partiti che possono contare su una base ancora più alta, come abbiamo visto: ben 3 italiani su 4.
È quindi normale che, nel momento in cui si esce dal clima di unità nazionale e si polarizza lo scontro tra maggioranza e opposizione, i rapporti di forza tendano a bilanciarsi e a redistribuirsi, punendo la (iper)maggioranza a sostegno di Draghi e premiando i soggetti che in questa fase beneficiano della cosiddetta “rendita di (op)posizione”, a cominciare proprio dal partito di Giorgia Meloni.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dall’8 al 21 aprile dagli istituti Demopolis, EMG, Noto, Piepoli, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 22 aprile sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.