Come era prevedibile, all’indomani della convocazione di Mario Draghi da parte del Presidente della Repubblica hanno cominciato a fioccare i sondaggi. Il Capo dello Stato ha fatto bene a non sciogliere le Camere? Mario Draghi è la persona giusta per formare il nuovo governo? E quest’ultimo da chi dovrebbe essere composto, e quali partiti dovrebbero appoggiarlo?
Dopo nemmeno una settimana dalla convocazione di Draghi al Quirinale, abbiamo già una moltitudine di risposte a queste – ed altre – domande. Vediamo allora qual è l’opinione degli italiani su questo passaggio chiave che si sta compiendo.
Come abbiamo già visto la scorsa settimana, i primissimi sondaggi sul tema avevano già rilevato un generale apprezzamento per la figura di Draghi e per la scelta di Mattarella. Oggi disponiamo di un quadro decisamente più completo ed esaustivo per analizzare l’orientamento degli italiani (e dei singoli elettorati) sui molteplici aspetti della questione.
Il gradimento di Draghi
Partiamo dal dato fondamentale, quello del gradimento verso Mario Draghi e della scelta di incaricarlo della formazione di un nuovo esecutivo. Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, il 60% di italiani apprezza la scelta del Quirinale. Un orientamento maggioritario in tutti gli elettorati, sia pure con diverse sfumature: a promuovere la scelta di Mattarella sono infatti circa 8 su 10 tra gli elettori del Partito Democratico e di Forza Italia, e circa la metà (4 su 10) tra gli elettori di Lega e Movimento 5 Stelle.
Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Tecnè, Draghi sarebbe già – e di gran lunga – il leader politico più popolare, con un tasso di fiducia del 60,2% che lo colloca al primo posto con un largo vantaggio su Giorgia Meloni (seconda classificata con il 37,8%) e soprattutto su Giuseppe Conte, che in una settimana avrebbe perso quasi 2 punti scendendo al 35%. Un dato differente, perlomeno per ciò che riguarda Conte, emerge dal sondaggio di Demos per Repubblica: anche qui Draghi sarebbe la figura politica con il maggior tasso di giudizi positivi (oltre il 70%), ma in questo caso Conte si piazzerebbe al secondo posto con il 65%, in crescita rispetto alle rilevazioni precedenti.
Sondaggio Demos per @repubblica
— YouTrend (@you_trend) February 8, 2021
Gradimento dei leader (in parentesi la % di coloro che non conoscono/non rispondono)
Per #Draghi il gradimento sarebbe pari al 71%, superiore di 6 punti rispetto a #Conte e di almeno 24 punti rispetto a tutti gli altri leader pic.twitter.com/vCYngJOfst
Draghi o elezioni?
La scelta di Mario Draghi sembra quindi essere nettamente apprezzata dagli italiani. Ma un esito differente della crisi di governo, quale ad esempio lo scioglimento del Parlamento per andare a elezioni anticipate, avrebbe potuto costituire una scelta ancor più popolare? In effetti, a partire da dicembre, questa opzione sembrava essere la preferita di una fetta piuttosto consistente di italiani.
Ma, di fronte al “fatto compiuto”, per così dire, sembra non esserci storia: gli italiani che affermano di preferire un governo Draghi piuttosto che le elezioni anticipate sono la maggioranza, secondo i sondaggi realizzati da SWG (50%), Tecnè (64,2%), Demopolis (66%) e Noto (50%). Un elemento comune a tutte queste inchieste è il maggior “entusiasmo” verso l’opzione Draghi da parte degli elettori del PD (80% o più) e in generale delle forze della (ex) maggioranza giallo-rossa che sosteneva il governo Conte bis (70% secondo Tecnè); nonché quello degli elettori di Lega e Fratelli d’Italia verso le elezioni (50-60% per Noto, addirittura 65-70% per SWG). A preferire le elezioni è comunque una parte minoritaria dell’elettorato, che va dal 25 al 32 per cento a seconda della rilevazione.
Sondaggio @swg_research per il @TgLa7
— YouTrend (@you_trend) February 6, 2021
Vista l'impossibilità di un #Conte ter, per il 50% degli italiani l'incarico a #Draghi è stata la scelta migliore, mentre per il 32% sarebbe stato meglio indire nuove #elezioni.
1/ pic.twitter.com/uoGbHQYmit
Governo di unità nazionale vs maggioranza politica
Per gli italiani, quindi, il governo Draghi “s’ha da fare”. Ma quali partiti dovrebbero sostenere un esecutivo “di alto profilo”, come ha detto esplicitamente il Presidente Mattarella, e che non dovrebbe “identificarsi con alcuna formula politica”? Secondo Ipsos, su questo punto gli italiani sembrano fare quadrato intorno alla preferenza espressa dal Quirinale: il 48% vorrebbe che a sostenere Draghi fossero tutti i partiti, e all’interno di questo 48% la netta maggioranza (circa 3 su 5) non ammette esclusioni.
Anche secondo il sondaggio di Noto per “Porta a porta” il 40% degli italiani vorrebbe un governo appoggiato da tutti i partiti. Nettamente minoritarie (circa il 10%) sono invece le preferenze per un governo sostenuto dalla stessa maggioranza giallo-rossa che appoggiava Conte, e lo stesso vale per una “soluzione Ursula” (cioè l’allargamento alla sola Forza Italia della maggioranza PD-M5S-Italia Viva), opzione preferita solo dal 14% secondo Noto.
Le aspettative degli italiani
Per quanto riguarda le aspettative di riuscita del governo Draghi, bisogna fare una distinzione. Sulle prospettive di uno scioglimento positivo della riserva (con l’accettazione dell’incarico e quindi l’effettiva formazione di un nuovo esecutivo), gli italiani sono stati piuttosto “ottimisti” sin da subito: il 54% degli intervistati da Noto si è espresso positivamente, contro un 25% di “pessimisti” (cioè che ritenevano che Draghi non sarebbe riuscito nell’impresa). Ma il clima si è rapidamente evoluto a favore di Draghi, soprattutto dopo l’apertura “entusiastica” di Matteo Salvini e della Lega: il sondaggio dell’istituto Demopolis, realizzato tra domenica e lunedì, registrava un 81% di italiani convinti dell’esito positivo delle consultazioni tutt’ora in corso, e solo il 9% di orientamento opposto.
Altro tema, sempre connesso alle aspettative, è quello relativo all’azione del futuro (?) governo Draghi. Anche qui è interessante vedere come gli orientamenti siano differenti a seconda della collocazione politica. Secondo SWG, infatti, il 50% degli italiani ritiene che l’esecutivo guidato da Mario Draghi sarà “efficace”, una quota che sale al 73% tra gli elettori del PD; per contro, un terzo degli intervistati ritiene che invece questo governo non sarà efficace, e gli orientamenti più “scettici” si registrano proprio tra gli elettori di Lega (46%) e M5S (52%).
Sondaggio @swg_research per il @TgLa7
— YouTrend (@you_trend) February 6, 2021
Un eventuale governo #Draghi sarà efficace per 1 italiano su 2 e non efficace per 1 su 3
La % di chi pensa sarà efficace sale al 73% nell'elettorato PD e al 56% tra chi vota FdI; cala al 40% tra i leghisti e al 34% tra chi vota M5S
2/2 pic.twitter.com/zsLucnzlNF
Il governo partirà già con una buona dose di “fiducia preventiva”: quasi 7 italiani su 10, intervistati da Demos, esprimono un giudizio positivo verso un esecutivo di cui pure – al momento della rilevazione – non si conosceva ancora non solo la composizione, ma nemmeno il perimetro della (probabile) maggioranza parlamentare. Ancora una volta, i giudizi più entusiasti in questo caso sono quelli provenienti dagli elettori del PD (85%), ma i dati sono molto positivi – a sorpresa – anche tra gli elettori di Lega e FDI (69%). Più scettici, ma sempre ben disposti, gli elettori del M5S (51% di giudizi “preventivi” positivi).
Il tema chiave, oltre alla gestione della pandemia, è ovviamente il rilancio dell’economia. Su questo, invertendo un sentiment che da molto tempo è tendenzialmente pessimista, Noto rileva un 46% di italiani convinti (o comunque speranzosi) che il governo Draghi sarà in grado di risollevare l’economia, contro un 30% di pessimisti. Degno di nota è anche il fatto che, secondo lo stesso sondaggio, il 43% ritiene che a migliorare sarà anche la propria situazione economia personale, mentre secondo il 29% questa resterà uguale e solo per il 17% peggiorerà.
Governo tecnico o governo politico?
Un tema di cui si parla molto è quello della composizione dell’esecutivo: ci saranno esponenti politici o sarà un governo di soli tecnici, come quello formato da Mario Monti nel 2011? Da questo punto di vista l’orientamento degli italiani sembra essere netto, ed emerge in modo sorprendentemente omogeneo in tutte le rilevazioni svolte nell’ultima settimana: a prevalere è decisamente l’opzione “mista”, preferita da una quota che va dal 53% rilevato da SWG al 70% di Demopolis, passando per il 54% di Noto e il 61% di Demos. Secondo quest’ultimo sondaggio, solo un quarto degli italiani preferirebbe un governo interamente tecnico, mentre circa uno su dieci (11%) vorrebbe invece un esecutivo formato solo da esponenti politici.
Sondaggio Demos per @repubblica
— YouTrend (@you_trend) February 8, 2021
Per il 61% degli italiani il governo #Draghi dovrebbe essere composto sia da tecnici che da politici. Il 25% preferirebbe invece solo tecnici e l'11% solo politici. pic.twitter.com/vwaAX98pmX
La natura del governo Draghi non sarà però definita solo dalla maggioranza politica che lo sosterrà e dalla sua composizione, ma anche dalla sua “mission”, e quindi dalla sua durata. Questo è un argomento su cui, a differenza di quelli visti finora, le preferenze degli elettori non sono troppo marcate. È ancora il sondaggio Demos a dirci che poco più di metà degli italiani (52%) preferirebbe che Draghi si desse un orizzonte di lungo periodo e che durasse quindi fino a fine legislatura; ma una quota solo leggermente inferiore – e nettamente maggioritaria tra gli elettori di Lega (76%) e FDI (60%) – vorrebbe invece che questo governo si occupasse solo delle misure più urgenti e poi si andasse ad elezioni: nel complesso, la pensa così il 46% degli italiani.
Ad ogni modo, la maggioranza relativa ritiene che il governo Draghi possa (o debba) arrivare fino al 2023, quando la legislatura giungerà alla sua scadenza naturale: si tratta di poco più di un elettore su tre, per l’esattezza il 35% per Noto, il 37% per Demos. Meno gettonata è l’ipotesi che il governo duri un anno, condivisa dal 18-25% degli intervistati.
Draghi e il Quirinale
E dopo? Come si sa, tra circa anno scadrà il settennato di Sergio Mattarella al Quirinale. Non è un mistero che molti osservatori (e probabilmente anche diversi politici) vedano questo incarico di governo a Draghi come un trampolino verso una “inevitabile” sua ascesa alla Presidenza della Repubblica dopo un anno a Palazzo Chigi. Fantapolitica? Non lo sappiamo, e probabilmente non lo sapremo ancora per molti mesi. Ma per il momento sappiamo che l’idea non dovrebbe dispiacere agli italiani: è quello che emerge dal sondaggio Tecnè, l’unico ad avere finora indagato l’orientamento degli elettori sul tema, secondo cui il 68,6% vorrebbe che il successore di Sergio Mattarella sia proprio Mario Draghi. Un dato molto netto e un’ulteriore conferma dell’apprezzamento – ampio e trasversale – di cui gode il Presidente del Consiglio incaricato in questa prima fase del suo impegno politico al vertice dell’esecutivo.