La scorsa settimana abbiamo visto come sono cambiati i consensi ai partiti durante la pausa di fine anno. Da questo punto di vista, la nuova Supermedia dei sondaggi di oggi è però un indicatore ancora più “robusto”, perché si basa su un numero molto maggiore di rilevazioni e di istituti demoscopici (ben 7). E questo spiega, da un lato, come mai alcune variazioni che avevamo intravisto sembrano essersi ridimensionati e, dall’altro, il palesarsi di nuove tendenze che la scorsa settimana non avevamo ancora potuto scorgere.
Cominciamo dalle conferme: queste riguardano i primi due partiti, ossia la Lega e il Partito Democratico. Entrambi, nel mese che ci separa dall’ultima Supermedia del 2020, hanno perso mezzo punto percentuale. Il partito di Matteo Salvini scende così al 23,1%, una cifra che era stata superata di slancio nell’ormai lontano maggio 2018, e alla quale la Lega non era mai ridiscesa (fino a oggi). Dal canto suo, il PD resta ancora sopra il 20%, ma di un soffio: su 9 sondaggi pubblicati nelle ultime settimane, sono ben 5 quelli in cui il PD ha registrato un valore inferiore a questa soglia psicologica, un campanello d’allarme che il partito di Nicola Zingaretti non può ignorare.
Un’altra conferma è quella che riguarda Fratelli d’Italia, terzo partito con il 16,3% – il miglior risultato della sua storia. Soltanto un anno e mezzo fa, all’indomani delle Europee, la Lega aveva 30 punti più di FDI: oggi, questo distacco si è ridotto a 6,8 punti.
Va invece ridimensionato il calo del Movimento 5 Stelle, oggi al 15,0%. Alla luce dei dati odierni, parafrasando Twain, si può dire che le notizie sul crollo del M5S si sono rivelate un po’ esagerate; ciò non toglie che il Movimento sia ormai ridotto a meno della metà di ciò che era all’inizio di questa legislatura, senza riuscire in alcun modo a invertire la rotta.
Anche Azione conferma il suo buon momento: con il 3,5% il partito di Carlo Calenda si piazza al sesto posto, staccando la Sinistra e Italia Viva, anche se i dati più recenti ridimensionano un po’ il “boom” intravisto la scorsa settimana. La vera sorpresa di questa Supermedia è rappresentata però da Forza Italia, che dopo ben un anno e mezzo torna a sfiorare l’8%.
Secondo Ipsos e Tecnè, FI sarebbe addirittura risalita sopra il 10%. Una vitalità che fa riflettere, soprattutto alla luce del fatto che nel centrodestra la Lega continua a scendere, ma la crescita di FDI sembra essersi arrestata. È possibile che, dopo aver perso elettori in direzione di Giorgia Meloni, ora la Lega ne stia perdendo altri verso il partito più “tradizionale” del centrodestra più?
Quel che è certo è che, nonostante questi movimenti al suo interno, il centrodestra continua ad essere largamente la prima area politica del Paese, con oltre il 48% dei consensi virtuali (grazie anche all’1% del movimento Cambiamo! di Giovanni Toti). Le fibrillazioni in seno al Governo fanno invece soffrire la maggioranza giallo-rossa: ad oggi i 4 partiti su cui si è appoggiato (finora) il secondo Governo Conte valgono il 41,4%. Gli oltre 7 punti di ritardo rispetto al centrodestra diventerebbero 10 se infine – come appare sempre più probabile – Italia Viva dovesse sfilarsi definitivamente e passare all’opposizione.
Questo ci porta dritti al tema di questi ultimi giorni: la crisi di Governo e lo “showdown” andato in scena tra lunedì e martedì in Parlamento, dove Giuseppe Conte è riuscito a (ri)ottenere la fiducia nonostante l’astensione dei deputati e senatori renziani. Come abbiamo già visto, la maggioranza degli italiani non sembra aver compreso bene (né tantomeno condividere) le ragioni di questa crisi. Tutti i sondaggi sull’argomento hanno ampiamente dimostrato come, tra Conte e Renzi, sia stato il primo a godere di un maggior favore dell’opinione pubblica in questo frangente. Eppure, anche sul fronte della percezione degli elettori (così cruciale in tempi di politica iper-comunicata) per il premier il bicchiere è mezzo pieno.
Secondo un sondaggio di EMG realizzato nelle ore immediatamente successive al voto in Senato, per il 41% degli italiani sarebbe proprio Conte ad essere uscito vincitore dal passaggio parlamentare che si è concluso martedì sera, contro il 12% che invece indica Renzi. Significativo, però, è che una quota ancora maggiore (45%) è dell’opinione che nessuno dei due possa dirsi vincitore. Per di più, la maggioranza assoluta degli italiani (58%) ritiene che il Governo sia uscito indebolito da quest’ultimo voto di fiducia, mentre solo un italiano su quattro pensa che questo passaggio abbia rafforzato l’esecutivo. Rispetto all’argomentazione (fatta propria da alcuni osservatori) secondo cui l’uscita di Italia Viva dalla maggioranza abbia eliminato un fattore di instabilità, sembra quindi prevalere la considerazione che, dal punto di vista dei numeri in Parlamento, ora la strada si sia fatta estremamente ripida per Conte e i suoi ministri.
Sondaggio EMG per @agorarai
— YouTrend (@you_trend) January 21, 2021
Per il 58% degli intervistati il governo #Conte è più debole dopo il voto di fiducia. Per il 25% è invece più forte. pic.twitter.com/juW7rszTfy
Ma se non ci sono più i numeri per una navigazione regolare del Governo, cosa sarebbe meglio per il nostro Paese? In risposta a questa domanda, dal sondaggio Ipsos arriva un barlume di speranza per il premier: il 40% degli intervistati risponde che la cosa migliore sarebbe comunque continuare con un esecutivo guidato da Conte, contro il 31% - verosimilmente, in larga parte elettori di centrodestra – che preferirebbe uno scioglimento anticipato del Parlamento e nuove elezioni. Solo il 14%, infine, auspica la nascita di un nuovo Governo, guidato da un diverso Presidente del Consiglio. Un’opzione, quest’ultima, di cui quasi certamente sentiremo parlare nelle prossime settimane.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 7 al 20 gennaio dagli istituti Demopolis, EMG, Euromedia, Ipsos, Noto, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 21 gennaio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.