AGI - Nei giorni in cui l’Italia sembra tornare velocemente ai giorni più bui della prima ondata di contagi da Covid-19, potrebbe sembrare paradossale – o comunque superfluo – concentrare l’attenzione su ciò che dicono i sondaggi. Eppure, proprio ciò che è avvenuto nei mesi scorsi ci insegna che i provvedimenti presi dalle autorità pubbliche, anche in tema di risposte all’emergenza sanitaria, possono essere influenzati dagli orientamenti dell’opinione pubblica, e allo stesso tempo contribuiscono a loro volta a influenzarla.
Ecco perché, anche ora che la “seconda ondata” sta investendo il nostro Paese, il monitoraggio delle opinioni degli italiani sui temi di attualità politica non è affatto un esercizio privo di senso.
Fatta questa doverosa premessa, partiamo dall’analisi dello stato di salute delle forze politiche, misurate dalla nostra Supermedia dei sondaggi. Questa settimana il dato forse più significativo e degno di nota è il calo (-0,9%) del Movimento 5 Stelle, che dopo aver subito il sorpasso di Fratelli d’Italia al terzo posto nella graduatoria riservata ai partiti vede ora aumentare il suo ritardo dal nuovo “podio virtuale”. Le prime tre liste restano infatti piuttosto stabili, con la Lega al primo posto (24,9%), il Partito Democratico al secondo (20,9%) e appunto Fratelli d’Italia al terzo (16,1% e nuovo record per il partito di Giorgia Meloni).
Che il M5S non stia attraversando un periodo particolarmente felice non è una novità: i recenti contrasti con Davide Casaleggio e gli “stati generali” che dovevano segnare una svolta decisiva nella vita del Movimento ma che tardano ad arrivare sembrano però aver prodotto effetti negativi tangibili sui suoi consensi: il 15,0% è una soglia psicologica al di sotto della quale, di questo passo, i pentastellati rischiano presto di riscendere, dopo il rimbalzo positivo di aprile dovuto al cosiddetto “effetto Conte”.
L’altro elemento interessante nella Supermedia di questa settimana è la vitalità dei soggetti minori: Italia Viva, Azione e la sinistra fanno tutti registrare variazioni positive, sia pure nell’ordine dello 0,2%. Ma grazie a questi piccoli rialzi, il numero dei partiti al di sopra del 3% (quindi al di sopra della soglia di sbarramento attualmente prevista) è di ben 8.
Nel complesso, i rapporti di forza tra le due aree che di fronteggiano in Parlamento – l’area giallo-rossa di Governo e l’opposizione di centrodestra – rimangono piuttosto stabili, con il centrodestra (di cui fa parte anche l’1% del movimento di Giovanni Toti, Cambiamo!) sopra il 48% e la maggioranza quasi 6 punti più sotto (42,3%). I dati di oggi sono interessanti però anche riaggregando in base all’offerta delle ultime elezioni politiche, quelle del 4 marzo 2018. In quell’occasione, il Movimento 5 Stelle era diventato il secondo “polo” con il 32,7% dei voti, staccando di quasi 10 punti la coalizione di centrosinistra costruita intorno al PD renziano. Oggi, a distanza di due anni e mezzo da quelle elezioni (quindi al “giro di boa” della legislatura) l’area di centrosinistra vale il 29,1% – quasi il doppio del M5S – ma accusa ancora ben 19 punti di distacco dal centrodestra.
I dati che abbiamo appena visto potrebbero essere gli ultimi, almeno per qualche settimana, a riflettere fattori strettamente politici. Ben presto, infatti, l’agenda potrebbe tornare a essere dominata – e in parte lo è già – dalla seconda ondata di Covid-19, e così i consensi a partiti e leader politici potrebbero essere determinati in tutto o in buona parte dalla (nuova) emergenza sanitaria.
Cosa pensano gli elettori del nuovo Dpcm
Come già avvenne a marzo, il Governo sta affrontando questa nuova fase di crescita esponenziale dei contagi con lo strumento del Dpcm. L’ultimo, quello di domenica scorsa, non sembra però aver soddisfatto gli elettori. Secondo il sondaggio dell’istituto EMG, il 52% degli italiani giudica insufficienti le misure annunciate domenica scorsa, contro il 35% che invece le ritiene sufficienti. E infatti, con il passare dei giorni, si parla sempre più spesso di un secondo lockdown. Su questo tema specifico cominciano ad esserci numerosi dati, legati ai timori, alle preferenze o alle aspettative degli italiani. Per EMG, nelle ultime 2 settimane è aumentato significativamente, passando dal 57% al 73%, la quota di italiani che teme questa eventualità.
Ma un contro è il timore, altro Ia propria previsione personale: e in effetti, secondo i dati di Euromedia Research, il numero di concittadini che prevede un secondo lockdown è “solo” il 52,7%. Una maggioranza sì, ma non schiacciante. Anche perché, se proprio lockdown dovrà essere, non è detto che riguarderà tutto il Paese: lo stesso sondaggio di Euromedia ci dice che il 62% degli intervistati preferirebbe dei lockdown parziali, mirati, circoscritti a eventuali zone più a rischio, mentre il 27% ritiene che a quel punto sarebbe meglio una chiusura totale (come quella di marzo-aprile).
Dal sondaggio dell’istituto diretto da Alessandra Ghisleri emerge un’altra indicazione interessante. Lo strumento del lockdown sarebbe visto più di buon occhio al Sud che al Nord. E lo stesso vale per un’altra misura, presa proprio nei giorni scorsi da alcune amministrazioni regionali: quella del “coprifuoco”, ossia del divieto di circolare dopo una certa ora. Se il 66,3% degli italiani approva questa misura, secondo Euromedia, in Lombardia i favorevoli scendono al 61%, mentre in Campania (altra regione interessata dal provvedimento) schizzano al 74,4% – quasi tre italiani su quattro.
Rispetto alla prima ondata, però, sembra esserci una differenza significativa nella percezione dell’opinione pubblica: quella che il Paese sia arrivato impreparato di fronte a un evento non imprevedibile, ma che anzi avrebbe dovuto essere previsto – e prevenuto meglio – da chi ci governa. La pensa così, sempre secondo Euromedia, il 53% degli italiani. Allo stesso tempo, il Governo Conte viene “promosso” in termini, per così dire, relativi. Se infatti nella domanda rivolta gli intervistati si citano i casi degli altri Paesi (Francia, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti, dove l’aumento dei contagi si è verificato prima e con maggior forza), l’operato del Governo italiano riceve un giudizio positivo dal 48,3%, contro un 33,6% che invece esprime un giudizio negativo.
L’altro termine di paragone è quello interno, cioè con l’opposizione. Secondo un’indagine Ipsos, gli italiani che già due settimane fa in maggioranza pensavano che l’opposizione non avrebbe saputo gestire questa situazione meglio del Governo (51% contro 23%), oggi ritengono, in percentuali pressoché identiche, che sul piano politico il premier Giuseppe Conte si stia muovendo meglio del leader del principale partito di opposizione, ossia Matteo Salvini (il 54% indica il primo, il 23% invece il secondo).
La seconda ondata dei contagi da Coronavirus, come abbiamo visto, non mette in pausa le divergenze tra le forze politiche, né tantomeno i movimenti dell’opinione pubblica rispetto ai provvedimenti presi (o non presi) e alle scelte politiche fatte (o non fatte). Sarà questo il tema al centro del nostro monitoraggio, verosimilmente, anche nelle prossime settimane.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dall’8 al 21 ottobre dagli istituti EMG, Euromedia, Quorum, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 22 ottobre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.